Gli Stati Uniti si scoprono “bianchisti” e, dopo anni segnati da una certa impopolarità, lo Chardonnay è diventata la varietà più bevuta dai wine lovers d’Oltreoceano, anche se la più amata, come svela l’ultima ricerca della griffe della Sonoma Valley Jordan Winery, è lo Zinfandel, capace di regalare vini morbidi e fruttati, che ben rappresentano il palato Usa. Ma non finisce qui, perché dal sondaggio emergono tante altre curiosità. Ad esempio, l’età della svolta sono i 29 anni, quando il rapporto con il vino diventa maturo ed intenso, nella maggior parte dei casi si viene introdotti nel mondo di Bacco da un amico, mentre il 21% dei wine lovers scopre da solo la passione per il vino, mentre nel 17% dei casi è merito del proprio partner. Cresce la consapevolezza, con i Millennials, che hanno iniziato ad approcciare il mondo del vino ad un’età media molto più bassa delle precedenti generazioni, capaci di mostrare già una conoscenza delle varietà e dei diversi territori molto più vasta dei wine lovers di vecchia data. In media, i consumi in Usa sono ancora bassi, con due bicchieri a settimana pro capite, ma c’è uno zoccolo duro di bevitori, che rappresentano un quarto dei consumatori, che ne bevono invece quattro bicchieri, perlopiù a tavola, che nel 64% dei casi è quella di casa, anche sulla scia della crescita della vendita diretta che, negli ultimi cinque anni, ha registrato un vero e proprio boom. E al ristorante? Il cliente americano va tendenzialmente sul sicuro, scegliendo vini ed etichette conosciute invece che scommettere su qualcosa di nuovo e mai assaggiato prima.
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