Se in Italia le previsioni parlano di una produzione enoica che, nel 2018, tornerà a quota 49 milioni di ettolitri, nel resto d’Europa la tendenza è la stessa: il ritorno alla normalità, dopo la grama campagna 2017, è un fattore comune anche tra i filari di Spagna e Francia, come racconta a WineNews Ignacio Sanchez Recarte, segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins. “In generale tutti i Paesi europei stanno recuperando i propri standard produttivi, in Franca la crescita sarà di quasi il 30% sul 2017, la Spagna dovrebbe recuperare il 20%, ma anche la Germania è in crescita del 30% sull’ultima vendemmia. L’unico Paese che non vivrà questa crescita spettacolare è il Portogallo, ma solo perché un anno fa non aveva subito il crollo degli altri Paesi: sarà un’annata positiva, con tutti i maggiori produttori vicini al loro potenziale produttivo”.
Un ritorno alla normalità che, però, non si ripercuoterà necessariamente sul mercato, perché se nell’ultimo anno la scarsità di vino aveva spinto in alto i prezzi, “oggi le riserve sono al minimo, per cui non è detto che ci sarà una pressione immediata sulle cantine e sulle cooperative - riprende Sanchez Recarte - per cui mi aspetto una certa stabilità. Semmai, in un anno di abbondanza, con i prezzi delle uve al livello di un anno fa, ci sarà un’offerta maggiore, che ci aiuterà sui mercati esteri”.
Il ruolo dell’Unione Europea, anche in questo senso, sarà fondamentale, perché, ricorda ancora il segretario generale del Comité Européen des Entreprises Vins, “la Politica Europea ha una misura che è l’Ocm Promozione, fondamentale per mantenere la competitività del vino europeo rispetto ai nostri competitor, che sono Australia, Cile, Stati Uniti, Sudafrica, Argentina: senza questo aiuto rischiamo di perdere i mercati del futuro, come la Cina, il Vietnam, la Thailandia, o gli stessi Stati Uniti, senza i quali - conclude Ignacio Sanchez Recarte - siamo spacciati”.
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