Per l’Italia, la Russia, è un partner strategico in tanti settori, e sta diventando un mercato importante anche per il vino tricolore, con il Belpaese che, nei primi 5 mesi del 2018, secondo Eurostat, ha spedito al Cremlino prodotti per un valore di 38 milioni di dollari (+15%) sul 2017. Anche grazie all’effetto traino della cucina italiana, la più amata nel Paese. E le cose, potrebbero migliorare ancora, visto che, secondo un documento della “Russian Union of Viticulturists and Wine-Makers”, riporta l’agenzia russa Tass, i consumi di vino nel Paese di Putin, da qui al 2030, potrebbero raddoppiare, a arrivare ad un totale di 250 milioni di decalitri all’anno.
Tuttavia, a beneficiarne, potrebbe essere soprattutto la produzione domestica, in cui il Paese sta investendo molto, con il consumo interno che potrebbe toccare gli 84 milioni di decalitri a fine 2018, con i vini stranieri destinati ad arretrare, a 33 milioni di decalitri.
E l’obiettivo a lungo termine, per i russi è quello di una sostanziale autarchia vinicola, poiché dai poco più di 30 milioni di decalitri in cui è stimata la produzione russa 2018, si vuole arrivare ai 210 milioni nel 2030.
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