Esiste da anni ed anni, e rappresenta una nicchia di mercato tutt’altro che marginale, ma è solo dal 2017, quando nelle dogane di tutto il mondo fece la sua comparsa il codice 220422, che il vino in bag-in-box, tra i due ed i dieci litri, ha conquistato la piena considerazione del mercato enoico globale. Come raccontano i dati dell’Oemv - Observatorio Español del Mercado del Vino, analizzati da WineNews, gli scambi mondiali di vino in bag-in-box negli ultimi 12 mesi (dati a fine giugno 2018, ndr) hanno toccato i 588,9 milioni di euro (+9%), per 4,3 milioni di ettolitri (+4%), che vuol dire una quota di mercato complessiva pari al 2% in volume e al 4% in valore.
Il primo Paese esportatore, a valori, è la Francia, con 99,5 milioni di euro, seguita sul podio da Germania (80 milioni di euro) e Italia (73,3 milioni di euro). In termini di volumi invece la Francia deve accontentarsi della quarta piazza, con 427.000 ettolitri esportati, e l’Italia della quinta, a quota 376.000 ettolitri), superate da Sudafrica (624.000 ettolitri), Germania (597.000 ettolitri) e Australia (594.000 ettolitri). In termini di prezzi medi, la miglior performance dei bag-in-box esportati è quella della Svizzera, che tocca i 3,61 euro al litro, ma tra i Paesi leader è la Francia a spuntare il prezzo maggiore: 2,33 euro al litro, contro 1,95 euro dell’Italia e 1,34 euro di Germania e Spagna.
Il primo mercato del vino in bag-in-box, particolarmente contraddittorio (è piuttosto comune che i dati di importatori ed esportatori non collimino, ndr), è la Svezia, con 95 milioni di euro di importazioni all’anno, seguita da Norvegia (71 milioni di euro), Usa (39 milioni di euro), Germania (38 milioni di euro), Belgio (21 milioni di euro), Finlandia (21 milioni di euro), Giappone (20 milioni di euro), Canada (18 milioni di euro), Danimarca (18 milioni di euro) e Regno Unito (17 milioni di euro). Per l’Italia, in linea con quanto visto sin qui, il primo mercato dell’export del vino in bag-in-box è proprio la Svezia (16 milioni di euro), seguita da Norvegia (12,3 milioni di euro), Gran Bretagna (8,3 milioni di euro) e Usa (5,28 milioni di euro).
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