Raccontata da storici contemporanei come Bianciardi e Ciuffoletti, già nelle pagine di scrittori come Carducci e Lawrence, senza dimenticare Dante, la Maremma è forse il territorio più moderno della Toscana del vino. Terra aspra e generosa allo stesso tempo, che dalle coste del Tirreno abbraccia le colline dell’entroterra. Ed esprime vini e denominazioni diverse: dal Montecucco, che lambisce Montalcino, al Morellino di Scansano alla Doc Maremma. Denominazioni più o meno giovani, e diverse, che dopo aver mosso i loro passi in maniera divisa ed autonomia, ora iniziano un cammino insieme, come spiega a WineNews Francesco Mazzei, alla guida di uno dei nomi storici del vino di Toscana e presidente del Consorzio dei Vini della Maremma, da MareMMMa, l’evento che oggi, al Granaio Lorenese a Spergolaia ad Alberese, ha messo sotto lo stesso tetto 400 etichette di 85 cantine delle tre denominazioni.
“Insistiamo tutti sullo stesso territorio - spiega Mazzei - e penso che sia non solo utile, ma necessario, fare un percorso insieme, siamo tutti figli di questo territorio bellissimo che è la Maremma. Le diverse identità devono rimanere salve, ma c’è una grande opportunità nel fare promozione insieme, anche perché in molti casi chi produce Morellino e Montecucco produce anche Maremma. Abbiamo già discusso con gli altri presidenti (Claudio Tipa per il Montecucco e Rossano Teglielli per il Morellino di Scansano, ndr) per guardare meno ai campanili, e per far finalmente esplodere questa Maremma”.
Una strada che comincia e che, magari, in un futuro, porterà ad una sola grande denominazione e ad un solo consorzio. “Se riusciamo a fare eventi insieme, e a condividere iniziative è già un primo passo, poi le cose verranno da sole. La fusione dei consorzi è uno degli scenari possibile, non ne escludo altri, ma non voglio stimolare nessuna azione in questo senso in questo momento. Intanto iniziamo a fare le cose insieme, mantenendo ognuno la sua identità ed organizzazione, poi si vedrà”.
Di certo è che la Maremma è un territorio grande, e capace di esprimere tanta diversità nel calice, dal Vermentino, vitigno principe sulle coste, al Sangiovese nell’entroterra, passando per il Morellino e per i grandi vitigni internazionali.
“É una zona molto vasta, ad ampissima vocazione, ed è la peculiarità della Maremma - spiega Mazzei - che ha la capacità di offrire opportunità diverse e tutte interessanti, come mostra per esempio il vermentino “di mare”, molto diverso da quello di collina. Penso che siamo un po’ come la Napa Valley, una denominazione di ultima generazione, dove non c’è un vitigno dominante, ma tanti vitigni e possibilità di espressone”.
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