Il mito Sassicaia, vino italiano tra i più amati, conosciuti e premiati nel mondo, firmato dalla Tenuta San Guido guidata dalla famiglia Incisa della Rocchetta, primo brand del made in Italy e n. 6 assoluto, poi il Tignanello, etichetta icona della famiglia Antinori (e primo vino del comprensorio del Chianti Classico ad abbandonare l’utilizzo di uve a bacca bianca e il primo ad essere affinato in barrique, e primo taglio “bordolese” toscano fatto di Sangiovese, Cabernet Sauvignon, e Cabernet Franc), al n. 17, e Cavit, leader della cooperazione e della produzione trentina, al n. 23: ecco l’Italia nella classifica dei “The World Most Admired Wine Brands 2019” firmata dal magazine Uk “Drinks International”, in collaborazione con Wine Intelligence, svelata ieri a Dusseldorf, nei giorni di ProWein. Una graduatoria prestigiosa, realizzata con i voti di professionisti del settore di tutto il mondo (wine merchant, ristoratori, sommelier, bar tender, critici e così via), chiamati ad esprimere i loro giudizi in base a parametri come la “consistenza qualitativa” del vino, anche in base al posizionamento di prezzo, alla capacità del vino di esprimere il territorio d’origine ed i vitigni da cui nasce, il livello di professionalità nel marketing e nella distribuzione, ed il packaging, anche in realzione al target di riferimento. Una classifica, va detto, dominata da marchi australiani e francesi, soprattutto, e che conta anche molti dei nomi più importanti del vino del Cile, degli Usa e di Spagna, tra gli altri. Al n. 1, infatti, c’è l’incona del vino australiano Penfolds, seguita, al n. 2, da Torres, il più importante produttore di Spagna, mentre al n. 3 c’è il brand Villa Maria, dalla Nuova Zelanda, davanti al gigante cileno Concha Y Toro, al n. 4, e a M. Chapoutier, dalla Francia, al n. 5.
E poi, primo degli italiani (e marchio che ha scalato più posizioni in assoluto, ben 23) appunto, il Sassicaia, che continua ad inanellare una serie impressionante di riconoscimenti dalla critica italiana ed internazionale. “Siamo fieri di aver ricevuto questo riconoscimento che è arrivato inaspettato - ha commentato a WineNews Priscilla Incisa della Rocchetta - e sono contenta che possa contribuire all’immagine del vino italiano nel mondo. Il segreto? Lavorare sodo, e tenere i piedi per terra”.
“Tignanello e Sassicaia sono senza dubbio due dei vini più importanti d’Italia - ha aggiunto Christian Davis, editor di Drinks International - ed evidentemente sono vini accessibili a chi ha una certa capacità di spesa. Ma è positivo per l’Italia avere tra i marchi più importanti una cooperativa come Cavit, che vende vino in tanti retailer di tutto il mondo, chiaramente ad una fascia di pubblico diversa. E così l’Italia ha Sassicaia e Tignanello nella fascia altissima del mercato, e una realtà come Cavit, forte in nel mercato “mainstream”. Non posso dirmi esperto del vino italiano, ma la mia opinione è che l’Italia non abbia tanti grandi marchi e tante grandi compagnie, e questo è frutto della vostra storia, fatta di tanti piccoli produttori e piccoli territori. Non ho visitato tantissima l’Italia, soprattuto Toscana e Sicilia, ma posso dire che c’è un bilanciamento tra le tante piccole realtà che avete, e che magari in pochi possono assaggiare, e le grandi cooperative, che sono rivolte ad un mercato più grande, e segmentato su diversi livelli di offerta. E questo è positivo in questa epoca, perchè oggi i consumatori cercano rassicurazioni da un marchio, e quando assaggiano qualcosa che a loro piace, lo ricomprano nuovamente”.
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