La produzione enoica mondiale, tra il 2017 ed il 2018, ha perso 26 milioni di ettolitri, attestandosi a 247 milioni di ettolitri, tanto che, come ricorda l’analisi sul commercio del vino nel 2018 firmata dall’Oemv - Osservatorio Spagnolo del Mercato del Vino per l’Oiv - Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, la differenza tra produzione e consumo non è mai stata così sottile, a quota +3,5 milioni di ettolitri. Nel 2018, così, le esportazioni sono calate in volume del -3,2% (10,4 miliardi di litri), crescendo però in valore del +1,7% (31,59 miliardi di euro), con il prezzo medio che ha guadagnato il 5% (3,04 euro al litro). A pagare maggiormente il calo dei volumi esportati, legato inevitabilmente al crollo produttivo del 2017, Spagna (-8,2%), Italia (-7,8%) e Cile (-10,4%), mentre sono cresciute le spedizioni da Argentina (+8,3%), Sudafrica (+4,8%) ed Australia (+4,7%). Diverso l’andamento a valore, che conferma essenzialmente il trend degli ultimi anni: continuano a crescere Francia (+3,2%), Italia (+3,8%) e Spagna (+2,8%), così come Portogallo (+4%) e Sudafrica (+4,7%), ma a sorprendere maggiormente è il boom del vino della Gran Bretagna, il cui export è cresciuto a valore nel 2018 del +9,6%. In termini assoluti, la Francia punta i 10 miliardi di euro, sempre più vicini, l’Italia arriva a 6,2 miliardi di euro, la Spagna arriva a 3 miliardi di euro, Cile ed Australia sono vicinissime, intorno a 1,7 miliardi di euro, e Germania e Nuova Zelanda sul miliardo di euro.
Analizzando l’andamento del prezzo medio, dai dati dell’Osservatorio Spagnolo del Mercato del Vino, emerge l’ulteriore crescita della Francia, a 6,59 euro al litro (+8,3%), dell’Italia, a 3,12 euro al litro (+12,5%) e della Spagna, a 1,39 euro al litro (+12%), mentre l’Argentina perde il 14,1% e la Nuova Zelanda, comunque al secondo posto a 3,93 euro al litro, lascia sul terreno il 6,7%. In termini di tipologie, a tirare le spedizioni sono le bollicine, che crescono in valore del 6,1%, a 6,2 miliardi di euro, mentre l’imbottigliato fermo si conferma a 21,9 miliardi di euro, cedendo appena lo 0,1%, con lo sfuso che arriva a 2,6 miliardi di euro, in crescita del 6,1%, ed il bag in box a 624 milioni di euro (+15,5%). Interessante il cambio di peso specifico delle diverse categorie, con le bollicine che nel 2000 rappresentavano il 5,2% delle esportazioni, ed oggi l’8,6%, mentre la quota dell’imbottigliato fermo passa dal 60,1% al 53,6%. Ma chi sono invece i maggiori importatori? In testa, in termini di valori, gli Stati Uniti, a 5,25 miliardi di euro (+0,2%), seguiti da Gran Bretagna, a 3,57 miliardi di euro (-1,7%) e Germania, a 2,65 miliardi di euro (+4,7%). Subito dietro Cina (2,47 miliardi di euro, +0,1%) e Canada (1,69 miliardi di euro, +1,3%), mentre cresce in maniera imponente la Francia (+16%). A volume, la classifica cambia: prima è la Germania (14,8 milioni di ettolitri, -2%), quindi Gran Bretagna (13,03 milioni di ettolitri, -4,2%) e Stati Uniti (11,64 milioni di ettolitri (-3,7%).
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