Sicilia En Primeur, di scena nei giorni scorsi a Siracusa, è un ottimo modo per farsi un’idea della vastità ed eterogeneità dell’isola, sia a livello paesaggistico, che culturale, per non tacere di quello agricolo, restando consapevoli dell’impossibilità di essere completamente esaustivi nel raccontare una vendemmia che riguarda quasi 26.000 chilometri quadrati di orografia ricchissima. Nel suo ormai usuale tentativo di dare una definizione univoca all’ultima annata, l’enologo Mattia Filippi ha usato il titolo “la forza dell’equilibrio”, derivata dal fatto che l’assenza di picchi estremi di caldo e un’abbondanza di piogge ben distribuite nell’arco del 2018, hanno permesso ai grappoli d’uva di maturare con regolarità e in tempi leggermente più lunghi del solito, sviluppando ottima maturità fenolica. Questo grazie alla felice posizione dell’isola nel Mediterraneo, che si trova attraversata sia dalle correnti calde africane, che da quelle fresche balcaniche, che insieme hanno reso il clima mite e tenuto il territorio al riparo da eventi climatici estremi (una fortuna se comparata con la situazione europea, che proprio l’anno scorso ha registrato la temperatura più alta da oltre un secolo). Risultato nel bicchiere? Vini tendenzialmente più complessi aromaticamente, meno alcolici, ma da una spina dorsale acida ben sviluppata.
Ma la Sicilia è vasta, e ci sono quindi sostanziali differenze fra le diverse zone, che sono state suddivise in 3 macro aree: nella zona Nord Occidentale si è verificato un germogliamento anticipato di oltre 10 giorni, che, insieme ad un’estate fresca, ha allungando i tempi di maturazione dell’uva, donando grappoli di Grillo e Zibibbo dal bouquet di aromi ampi e di ottima acidità e un Syrah particolarmente interessante. Purtroppo alcuni eventi di grandine e nubifragi hanno compromesso una parte del raccolto. La zona Sud Orientale (e similmente al territorio Nord Orientale della Doc Mamertino) è stata, invece, quella meno piovosa e meno calda e quindi più interessante: il clima mite e tendenzialmente fresco ha contribuito a formare uve di Nero d’Avola, Frappato e Cerasuolo perfettamente sane con maturazione fenologica graduale e completa. Infine l’Etna: all’interno dell’alta variabilità montana fra versanti e contrade, una primavera ed un’estate praticamente asciutte, hanno aiutato a maturare gli acini senza malattie. L’arrivo delle forti ed abbondanti piogge a partire da fine settembre hanno graziato la vendemmia del Carricante, ma hanno costretto ad una raccolta frazionata e difficoltosa (con forti escursioni termiche) per quanto riguarda le uve a bacca rossa. Ecco quindi vini da Nerello Mascalese e Cappuccio maggiormente aromatici e acidi, ma meno alcolici.
Ma il vino, ovviamente, non dipende solo dal clima o dal territorio. La mano dell’uomo è dirimente (il famoso triangolo che compone il “terroir”) e la sensazione che emerge è di una sempre maggior “profondità di campo” da parte dei produttori. Il diffuso successo crescente delle etichette siciliane in Italia e nel mondo, sta permettendo alle aziende di concentrarsi anche sulla ricerca e sullo studio più approfondito delle proprie vigne, dei propri terreni e dei propri vitigni, strettamente legati alle specifiche zone di produzione e all’antichissima storia che le pervade, costruita nei secoli da popoli di origini diverse, che hanno influenzato il patrimonio archeologico, artistico e culinario. E lo comunicano, finalmente, con orgoglio. Un ulteriore motivo di riscatto che l’animo agricolo (e non poteva essere diversamente, vista la sua ricchezza), e in particolare quello vitivinicolo, ha contribuito a nutrire facendosene ambasciatore fuori dai confini siciliani. Ecco vini, quindi, sempre meglio definiti e raccontati, che forse meriterebbero una Prima più specificamente suddivisa, per dare ad ogni zona l’attenzione che merita (ispirarsi alle Anteprime Toscane, potrebbe essere un buon punto di partenza?). Di seguito i migliori assaggi, a partire dai campioni en primeur 2018:
En Primeur - campioni 2018
Pietradolce, Carricante Archineri Bianco 2018 (uscita: giugno 2019)
Vino immediato al naso e in bocca, di fiori bianchi e scorza di limone, freschissimo il sorso.
Benanti, Etna Bianco Contrada Cavaliere 2018 (uscita: maggio 2020)
Meno intenso ma intrigante: pietra focaia ed elicriso, anche nel sorso, spiccatamente acido.
Caruso e Minini, Catarratto Naturalmente Bio 2018
Nota dolce di fiori d’acacia e vaniglia, trova un buon equilibrio fra freschezza ed acidità.
Feudo Disisa, Grillo 2018
Attacca dolce, prosegue minerale: note di banana e pietra focaia, molto sapido e fresco, persistente.
Duca di Salaparuta, Insolia Colomba Platino 2018 (uscita: maggio 2019)
Pietra focaia, poi finocchietto selvatico e gelsomino, bella bocca verticale che poi via via si allarga.
Baglio di Pianetto, Insolia Murriali 2018
Bouquet floreale e gesso, per un vino dal sorso complesso: attacca appuntito, poi si allarga morbido per chiudere pulito di freschezza.
Sibiliana, Zibibbo Eughenes 2018
Aromaticità condita di note di glicine e punta di zafferano; morbidezza stemperata da ottima sapido-freschezza.
Feudo Maccari, Nero d’Avola Rosé di Neré 2018
Un brillante pelle di cipolla che accoglie floreale e si sviluppa in un sorso sapidissimo e morbido in bocca.
Vivera, Nerello Mascalese Rosato di Martinella 2018
Tripudio di bocciolo di rosa e piccole fragoline di bosco, freschissimo: colore, naso e bocca coerenti
Centopassi, Nero d’Avola Argille di Tagghia Via 2018 (uscita: giugno 2019)
Rovo e mora, un tocco di lampone acerbo, dal sorso fresco e dal tannino mordente
Feudo Arancio, Nero d’Avola 2018 (uscita: febbraio 2020)
Naso dolce e rotondo, ricorda la viola, si ritrova in bocca con un freschissimo tocco di rovo.
Gulfi, Nero d’Avola Nerosanlore 2018
Bouquet floreale di rosa e viola e un accenno di tabacco, citrino e fruttato al sorso, dal tannino mordente.
Valle dell’Acate, Cerasuolo di Vittoria Classico 2018 (uscita: 2020)
Bocca complessa: uva spina, lampone e finocchietto; sorso beverino, esile e rinfrescante.
Horus, Frappato di Vittoria Di Sicilia...Sole e Terra 2018 (uscita: giugno 2019)
Esordisce con dolcezza ed erbe officinali, sia al naso che in bocca, dove poi finisce fruttato e sapido.
Tasca, Syrah La Monaca 2018
Naso profondo di pepe e di viola, attacca dolce, asciuga lateralmente finisce con note burrose e di ammandorlato.
Pietro Caciorgna, Nerello Mascalese Ciauria 2018 (uscita: settembre 2019)
Sorso dritto e profumato di melograno e viola con uno sviluppo vegetale di rovo.
Torre Mora, Etna Rosso Scalunera 2018 (uscita: settembre 2020)
Meno profumato ma materico e profondo: note ferrose, poi vaniglia e ciliegia nera, ben bilanciato in bocca.
Terra Costantino, Rasola 2018 (Nerello Mascalese e Cappuccio, Carricante, Catarratto, Minnella)
Tenue di colore, ma luminoso, note citrine e lampone, gesso, perfetto equilibrio fra freschezza e sapidità, chiude profumato di boccioli di rose.
Donnafugata, Zibibbo Kabir 2018
Sambuco, scorza di limone candita, mandorla, dal sorso inizialmente fresco, finisce largo e sapido.
Degustazioni scoperte
Cottanera, Etna Bianco Contrada Calderara 2016
Più note minerali che primarie per questo Carricante, anche al sorso che risulta ben bilanciato.
CVA di Canicattì, Grillo Fileno 2018
Bosso e caju e fiori bianchi, precedono una bocca davvero complessa e intrigante.
Rallo, Insolia Evrò 2018
Naso discreto di sambuco, mentuccia e basilico, fresco e piacevolmente sapido, finisce floreale.
Planeta, Moscato Bianco di Noto Allemanda 2018
Colore tenue e bocca delicata di frutti tropicali, fiori bianchi e melissa, che si ritrovano anche al sorso, spiccatamente fresco con chiusura sapida.
Rallo, Zibibbo Al Qasar 2018
Di profonda aromaticità, spicca la ginestra e lo zafferano, completati da un sorso perfettamente bilanciato che finisce lungo e sapido.
Dimore di Giurfo, Frappato Pian della Signora 2018
Di un bel rosa intenso e profumato di fragoline, attacca rotondo per poi svilupparsi largo con bella sapidità.
Valle dell’Acate, Il Frappato 2018
Un naso intrigante di ciliegia croccante ed elicriso che ritorna in bocca, morbido inizialmente, poi si allunga in freschezza finendo su note amaricanti.
Cusumano, Etna Rosso Alta Mora Feudo di Mezzo 2015
Profumi delicati di ciliegia ed erbe officinali, che ritornano nel sorso centrale e asciutto.
Feudo Arancio, Nero d’Avola Hedonis Riserva 2015
Caldo, accogliente e balsamico, dal sorso lungo, fruttato e fresco.
Fina, Perricone 2018
Intense aromi di marasca per un sorso delicato e infine floreale, con note di rovo e tannino centrato.
Feudo Principi di Butera, Syrah 2017
Un vino pieno e succoso, didatticamente pepato e fruttato, dal finale amaricante.
Donnafugata, Zibibbo Ben Ryé 2016
Spiccatamente agrumato con fresche note di liquirizia, dal sorso bilanciato morbido e mentolato.
Duca di Salaparuta, Marsala Aegusa (Florio) 1994
Già il colore evoca il caffè, ma la complessità che segue è disarmante. La bocca è profondamente balsamica e solleva l’immancabile dolcezza.
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