Dopo settimane di vuoto politico, che non hanno comunque precipitato il Paese nel baratro, la Gran Bretagna ha un nuovo premier: senza sorprese, il leader dei Tory, ed ex sindaco di Londra, Boris Johnson, ha ufficialmente preso il posto della dimissionaria Theresa May. Una notizia che tale non è, perché ampiamente attesa ed annunciata, ma che sposta l’asse, fragile, del Parlamento inglese, verso la Brexit. Almeno a parole, perché le posizioni di Boris Johnson sull’uscita, o comunque sul rapporto, con l’Unione Europea sono note da tempo, e ad un certo punto delle trattative hanno sfiorato anche il più bevuto dei bini italiani Oltremanica, il Prosecco. Come ricorda la Coldiretti, infatti, quando le trattative per la Brexit muovevano i primi passi, nel novembre del 2016, l’allora Ministro degli Esteri cercò di imporre la libera circolazione delle merci, ma non quella dei lavoratori, minacciando di bloccare le importazioni di Prosecco in Gran Bretagna se l’Europa non si fosse piegata alle sue richieste. Un atteggiamento contestato dagli stessi tabloid britannici che, continua Coldiretti, gli affibbiarono il nomignolo di “Ministro del Prosecco”.
Oggi, però, le carte in tavola sono cambiate, e se è vero che l’opzione dell’uscita dal mercato unico senza accordo è ancora sul tavolo, e minaccia la stabilità economica e politica dell’Europa, il sentire comune del popolo britannico sembra essere totalmente mutato, e di questo il neo premier dovrà tenere conto. Ricordandosi, magari, che il suo vino preferito potrebbe diventare improvvisamente inaccessibile: il Tignanello, che come raccontava lo stesso Boris Johnson in un’intervista a “Politico” poco tempo fa in Gran Bretagna costa circa 180 sterline a bottiglia, è italianissimo. Ma di certo non gli sarà sfuggito, così come non sarà sfuggito a Meghan Markle, duchessa di Sussex e moglie del principe Henry, duca di Sussex, anche lei grande fan del supertuscan lanciato da Piero Antinori negli anni Settanta ed oggi tra i vini di maggior successo del Belpaese nel mondo.
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