La ricerca genetica, a detta di molti, è fondamentale per il futuro della viticoltura mondiale, così come lo è la ricerca sul portainnesto della vite. E da Bordeaux arriva la notizia del sequenziamento del primo portinnesto ad essere sequenziato, nonché del primo genoma di una vite non europea: si tratta del Riparia Gloire de Montpellier, uno dei primi portinnesti utilizzati alla fine del 1800 per arginare la fillossera. A decriptarne il codice genetico (37.000 i geni identificati) sono stati i ricercatori dell’Inra (Institut national de la recherche agronomique), dell’Isvv (Institut des Sciences de la Vigne et du Vin) e dell’Università di Bordeaux. Uno step importante, poiché, non tanto per la sua diffusione attuale, spiegano i ricercatori (oggi in Francia si stima che la superficie innestata con questo portinnesto sia intorno ai 17.000 ettari), ma perchè si tratta del portainnesto più antico usato in Francia ed è il padre di molti altri portinnesti usati oggi. E con molte similitudini con il Pinot Nero, primo vitigno di cui è stato svelato il genoma (già nel 2006, da parte dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, ndr). Attraverso questo sequenziamento, pubblicato sulla rivista “Scientific Data”, i ricercatori sperano di identificare i geni assenti nelle viti europee, compresi i geni specifici per le radici che resisterebbero a determinati agenti patogeni o allo stress idrico.
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