Nei primi tre mesi del 2019, le importazioni mondiali di vino crescono, a valore, dello 0,1% (pari ad un +319 milioni di euro), ma crollano i volumi, che perdono addirittura il 5,5%. Così i dati dell’Oemv, l’Osservatorio Spagnolo del Mercato del Vino (https://oemv.es), che sottolinea anche come gli unici Paesi a crescere sia in valore che in volumi, siano Stati Uniti (1,256 miliardi di euro), Canada (371 milioni di euro), Belgio (214 milioni di euro), Svezia (148 milioni di euro) e Russia (192 milioni di euro). Continuano a crescere, a valore, anche Gran Bretagna (811 milioni di euro), Giappone (337 milioni di euro), Svizzera (265 milioni di euro) e Danimarca (134), mentre perdono qualcosa, sia in volumi che in valore, Olanda (249 milioni di euro), Germania (574 milioni di euro) e Francia (202 milioni di euro), con Cina (543 milioni di euro) ed Hong Kong (253 milioni di euro), in caduta libera, con una perdita di 180 milioni di euro.Nei 12 mesi (marzo 2018-marzo 2019), invece, le importazioni mondiali mostrano un calo ancora più persistente in termini di volumi (-6,3%), con una crescita più solida a valore (+1%), a quota 9,945 miliardi di litri (-667 milioni di litri) e 30,883 miliardi di euro (+319 milioni di euro), ad un prezzo medio, di conseguenza, che cresce a 3,11 euro al litro (+7,8%), specie grazie agli spumanti ed al bag-in-box, mentre il vino fermo e lo sfuso perdono quota. A livello globale, solo Danimarca e Canada, nel periodo, tra i 13 mercati principali del vino mondiale, hanno fatto segnare una crescita dei volumi importati, mentre a valore solo la Cina (-9,8%), ed in maniera minore l’Olanda (-0,2%, hanno fatto segnare un arretramento. Il vino, così, si scopre più caro, ma i rapporti di forza rimangono immutati: il primo importatore a valore sono gli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito, mentre a volume il primato è ancora della Germania.
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