Lambrusco, Sangiovese, Trebbiano, Albana, Ancellotta, Fortana e Montuni: da queste uve, e dai loro mostri, dopo un lungo tempo passato nei caratelli, nascono due perle preziose dell’agroalimentare italiano, l’Aceto Balsamico di Modena Igp e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop. Un tesoro, “l’oro nero di Modena” che vale 370 milioni di euro alla produzione, e ben 1 miliardo di euro al consumo, di cui il 92% all’export, in 120 Paesi del mondo. E la cui origine si potrà toccare con mano, il 29 settembre, con “Acetaie Aperte”, evento organizzato dai due Consorzi di Tutela in 38 acetaie della provincia di Modena. Tra degustazioni, abbinamenti, showcooking, visite ai vigneti e alle acetaie, ed una inedita verticale di cinque aceti balsamici, Igp e dop, in una antica torre del XVI secolo.
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