Con Château Pichon Baron 2016, tra le più prestigiose declinazioni di Pauillac, a Bordeaux, alla posizione n. 8, e lo Chardonnay Carneros Hyde Vineyard 2016 di Ramey, in Napa Valley, alla posizione n. 7, continua il countdown verso il vertice della “Top 100” 2019 di “Wine Spectator”, la più ambita tra le classifiche internazionali del vino, che fino a venerdì rivelerà i migliori dieci vini dell’anno (lunedì 18 la classifica completa), aspettando una o più etichette italiane, da sempre protagoniste. Nel 2018, infatti, fu il trionfo del Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido, al n. 1 assoluto, con il Chianti Classico Riserva 2015 di Castello di Volpaia alla posizione n. 3 e l’Etna San Lorenzo 2016 di Tenuta delle Terre Nere di Marco de Grazia, al n. 9, con ben 19 etichette italiane in classifica. Un exploit difficile, ma non impossibile, da ripetere, per il vino del Belpaese, amatissimo negli States. Ieri, le posizioni n. 10 e n. 9, occupate rispettivamente dal Puente Alto 2016 di Viña Almaviva (vino cileno che nasce dalla joint venture tra il mito di Bordeaux Château Mouton-Rothschild ed il gigante del Cile Concha y Toro), ed il Bin 798 2017 di Penfolds, top brand del vino australiano.
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