Nei tre anni alla guida degli Stati Uniti, il presidente Donald Trump ha dimostrato in più occasioni di saper andare fino in fondo, specie nei grandi temi di politica economica ed estera. Ciò non toglie, ovviamente, che la speranza di un passo indietro sul grande tema dei dazi ai prodotti europei, del wine & food e non solo, sia ancora ben viva. Rintuzzata dalla presa di posizione, tutta interna, di una grande casa d’aste americana come Zachy’s, leader delle vendite all’incanto enoiche, che con una mossa a sorpresa ha inviato una mail a tutti i suoi clienti, ossia grandi collezionisti, perlopiù multimilionari ed imprenditori, chiedendo di scrivere ai rappresentati del Governo, ai Senatori ed allo US Trade Representative’s office per chiedere di fermare i dazi sul vino europeo. Una vera e propria azione di lobbying, portata avanti dalla Nawr - National Association of Wine Retailers (qui la petizione online ufficiale), dettata dal fatto che il mercato del vino già oggi garantisce margini assai ridotti, con il three-tier system che permette ai singoli Stati di imporre ulteriori tasse, il che vuol dire che il 100% di tasse sulle importazioni enoiche, dall’attuale 25%, porterebbe ad un aumento del prezzo finale del 150%, Insostenibile, specie perché, ricorda Zachy’s, si tratta di una risposta alla querelle tra Airbus e Boeing che andrebbe a gravare su tutti i consumatori.
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