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MIBD - WINE ANALYTICS

Barolo tra i territori, Antinori tra le griffe: l’Italia nelle wine list dei ristoranti di New York

Nei locali che propongono cucina americana, il rosso di Langa nel 63% delle carte. Bene anche Brunello, Barbaresco, ToscanaIgt e Sassicaia

Nonostante la crescita del 4% delle bollicine, gli Usa si trovano per la prima volta, dal 1994, a fare i conti con un calo dei consumi enoici, che hanno chiuso il 2019 al -0,9%, trascinati in basso dal crollo dei vini fermi (-1,5%). Resistono, al contrario, i valori, con i consumatori che, seguendo il lungo trend della “premiumisation”, bevono sempre meno ma sempre meglio. Già, ma cosa? A New York, nei locali che propongono cucina americana, quindi la maggioranza, le denominazioni più presenti nelle carte dei vini, secondo la ricerca di Mibd - Wine Analytics, sono la Napa Valley (con una penetrazione del 79%), Willamette Valley (72%), Rioja (66%), Barolo (63%), Chateneuf-du-Pape (63%), Sonoma Coast (62%), Toscana Igt (62%), Mendoza (58%), Brunello di Montalcino (57%), Cotes du Rhone (57%), Barbaresco (55%), California (50%), Pauillac (50%), Marhgaux (49%) e Saint-Estephe (49%).
Guardando invece alle aziende che si ritrovano con maggiore frequenza nelle wine list della Grande Mela - sempre nei locali che offrono cucina americana - sul gradino più basso del podio c’è Antinori (30%), dietro ai due americani Ridge Vineyard (39%) e Heitz Cellar (32%). Tenuta San Guido, l’azienda bolgherese dove nasce il Sassicaia, è, invece, alla posizione n. 12, presente in più di una carta dei vini su quattro (26%). 
In mezzo, le griffe più importanti del vino mondiale, dalla californiana Opus One all’icona di Borgogna Romanée-Conti, dalla spagnola Vega Sicilia agli Chateaux di Bordeaux, da Cos d’Estournel a Lynch-Bages, da Latour a Margaux, da Ducru Beaucaillou a Mouton Rothschild.

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