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ANALISI OEMV

I dazi Usa affossano le spedizioni enoiche francesi: -37,8% a valore a novembre 2019

I primi effetti negativi delle tariffe di ottobre (25%) sui vini fermi della Spagna, +6,7% per l’Italia, crollano anche Australia ed Argentina ...

L’Italia del vino attende con apprensione di sapere cosa sarà del proprio futuro sul mercato Usa, la principale meta extra europea delle proprie produzioni, dove il Dipartimento del Commercio di Washington deve ancora annunciare la revisione - o meno - della blacklist dei prodotti sottoposti a dazio, che potrebbe portare le tariffe per lo sdoganamento di vino, olio e pasta prodotti nell’Unione Europea fino al 100%. Preoccupazione che il Belpaese condivide con tutti i produttori vinicoli europei, Francia e Spagna su tutti, colpiti già dalla prima ondata di dazi, del 25% - ma solo sui vini fermi sopra i 14 gradi -, in vigore da metà 18 ottobre, che stanno già impattando negativamente sulle spedizioni iberiche e francesi.
Come mostrano i dati sull’import Usa nel mese di novembre - solo sui vini fermi imbottigliati - analizzati dall’Observatorio Espanol del Mercado del Vino, dopo mesi di crescita la Francia perde 34,7 milioni di euro di giro d’affari rispetto ad ottobre, che si traduce in termini percentuali in un calo del -37,8%. Va relativamente meglio alla Spagna, che lascia sul terreno 2,35 milioni di euro, il -11,7%, con l’Italia che ne approfitta, ma non in misura eclatante: a novembre le spedizioni di vini fermi sono cresciute di 8,25 milioni di euro, il +6,7%. Il crollo evidente della Francia, non deve però far perdere di vista l’andamento globale: il 2019 aveva già visto - a febbraio - un sostenuto calo delle importazioni di vini fermi in Usa, con le spedizioni da Francia, Italia e Spagna che quel mese segnarono il -20%; inoltre, a novembre neanche i produttori dell’Emisfero Sud hanno sovraperformato, anzi: se la Nuova Zelanda cresce del +5,8%, l’Australia perde il -9,3% e l’Argentina cede addirittura il 26,7%.

Tornando all’andamento delle spedizioni verso gli Usa nel mese di novembre, è molto interessante notare come i volumi non abbiano registrato un grande crollo, il che si traduce in un calo importante del prezzo medio, probabilmente l’effetto più atteso e preoccupante portato dall’introduzione dei dazi: la Francia ha perso infatti il 7,9% dei volumi e la Spagna il 9,2%, con l’Italia in territorio positivo, al +4,81%. Per i vignaioli d’Oltralpe è il primo calo da febbraio, mentre per i produttori iberici è comunque un calo inferiore a quelli registrati nei mesi di febbraio, aprile, agosto ed ottobre, ed anche in questo caso la risposta non arriva da lontano, tutto il contrario: l’Australia a novembre ha perso il 13,6% dei volumi spediti verso gli Usa, l’Argentina il 23,2% e la Nuova Zelanda, anche in questo caso in controtendenza, è invece cresciuta dell’8,3%.

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