Da tempo, ormai, i più grandi chef italiani hanno varcato i confini nazionali, alla conquista dei palati internazionali e allargando i propri orizzonti in cucina, diffondendo la vera cultura enogastronomica italiana, e - forse questo è il segreto - quella dell’accoglienza, continuando a farlo, nonostante una competitività sempre più grande e la necessità di stare al passo con i tempi di una ristorazione mondiale vivace più che mai e sempre ricca di sorprese. Ma il fatto è che, anche in questi termini, la nostra cucina continua a mietere successi. Una nuova conferma arriva dall’edizione della Guida Michelin 2020 dedicata alla Svizzera, con la conquista della seconda stella Michelin, dopo la prima nel 2014 e a soli due anni dall’apertura, per il Da Vittorio St. Moritz, il ristorante, ospitato nell’elegante cornice del Carlton Hotel sotto la guida dello chef Paolo Rota, che, fin dal nome, svela la sua origine italiana, legata ad una delle più importanti famiglie che hanno fatto la storia dell’alta cucina italiana: i Cerea, a partire dagli chef Enrico e Roberto, che insieme a Francesco, vero e proprio regista, portano avanti oltre mezzo secolo di eredità familiare al Da Vittorio a Brusaporto, tre stelle Michelin e tra i ristoranti che rappresentano il gotha, praticamente da sempre, della nostra cucina.
Con ben 7 ristoranti italiani tra i suoi 122 indirizzi stellati Michelin, e tra i quali il Da Vittorio è l’unico bistellato, la Svizzera, si scopre meta gourmet anche per gli amanti dell’alta cucina italiana, visto che nel Paese elvetico, ci sono anche l’Ornellaia, e anche qui, il nome la dice lunga sulle radici italiane legate alla storica Tenuta di Bolgheri ed al suo vino-mito, del ristorante stella Michelin a Zurigo con lo chef Giuseppe D’Errico, e il Capri, il ristorante dello chef Giovanni Bavuso, 1 stella Michelin, nel lussuoso hotel Mont Cervin Palace, a Zermatt, celebre meta sciistica ai piedi del Cervino come St.Mortiz, e come questa particolarmente ricca di locali stellati. Ma anche Ginevra lo è, e qui sempre con 1 stella Michelin, ci sono il Tosca, con ai fornelli lo chef Saverio Sbaragli, La Bottega dello chef Fernando Tommaso Forino, e Il Lago del Four Seasons Hotel Des Bergues dove in cucina c’è Massimiliano Sena. L’Osteria 3, dello chef Flavio Fermi, 1 stella Michelin, conclude il viaggio nella cucina italiana oltralpe, a Bubendorf.
Un universo di fine dining e alta hôtellerie quello della famiglia Cerea, che con le tre stelle di Brusaporto, le due a St. Moritz conquistate dallo chef Rota, affiancato dal maître Giulio Bernardi e dal sommelier Giorgio Spartà, e quella del Da Vittorio Shanghai, premiato a settembre 2019, a soli tre mesi dall’inaugurazione, conta ora sei stelle Michelin, e che versatile, ma solido, è capace di modularsi a seconda della location, delle esigenze e del gusto della clientela, con una ristorazione esterna che, da Bergamo a Los Angeles, porta in giro per il mondo il pret-à-porter gastronomico italiano, accanto al Da Vittorio Relais & Chateaux e la Cantalupa, e Il Caffè - Pasticceria Cavour 1880, a Bergamo Alta, tra i Locali Storici d’Italia, cui si aggiunge Terrazza Gallia a Milano, dove Bobo e Chicco Cerea sovrintendono il menu affidato ai fratelli Vincenzo e Antonio Lebano. Il segreto del successo? È quello alla base della nostra alta cucina, esportato oltreconfine: le migliori materie prime stagionali, unite a estro e originalità nella creazione dei piatti, e ad un grande rigore e talento nell’esecuzione, che fa scuola nel mondo.
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