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BIODIVERSITÀ NEL VIGNETO

Forum Fao: il Soave, esempio di sostenibilità e biodiversità, bandiera dei siti Giahs

A Roma, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura ha acceso, nei giorni scorsi, i riflettori sul lavoro del Consorzio

La preservazione della biodiversità è fondamentale per il mantenimento degli ecosistemi ed è alla base della diversità alimentare: e passa, inevitabilmente, anche dalla viticoltura. È stato il Consorzio di Tutela del Vino Soave a fare da porta bandiera dell’eccellenza italiana anche in questa materia, nei giorni scorsi, a Roma, alla Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, dove è andato in scena il Forum proprio sulla biodiversità, con il direttore generale della Fao Qu Dongyu che ha dato risalto al ruolo dei siti Giahs-Globally Important Agricultural Heritage Systems, i Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale, come esempio per l’intera umanità, delle culle di biodiversità capaci di poter prevenire e contrastare gli effetti di un clima sempre più imprevedibile. E, a rappresentare i 58 siti Giahs in tutto il mondo, è stato il Soave che, assieme a Enrico Ruzzier della World Biodiversity Association, hanno esposto alla platea internazionale i risultati del lavoro che da ormai 5 anni il Consorzio del Soave sta portando avanti, e che, dal novembre 2018, è diventato anche uno degli 8 punti del piano di azione del Consorzio per la preservazione del sito “I vigneti tradizionali del Soave”. Il progetto “Biodiversità in vigneto”, attivato dal Consorzio nel 2015 in sinergia con la World Biodiversity Association, la più importante associazione al mondo per il monitoraggio della biodiversità, infatti non è solo una raccolta di dati su suolo, aria e acqua ma è un vero e proprio percorso di consapevolezza per i viticoltori, una sorta di percorso tracciato verso la sostenibilità, per contrastare le minacce sempre più presenti, soprattutto di specie alloctone. Il risultato di questo progetto è stato un progressivo miglioramento dell’indice di biodiversità in tutti i vigneti analizzati, frutto di un grande coinvolgimento della base produttiva, che si è impegnata attivamente nel seguire consigli e trovare soluzioni alternative e soprattutto innovative in vigna.
“Ciò che caratterizza questo approccio - spiega Sandro Gini, presidente del Consorzio - non è l’imposizione di regole arbitrarie ma un accompagnamento verso un percorso virtuoso. I viticoltori vengono a conoscenza di nuovi modi di fare agricoltura, sperimentano in campo, vengono assistiti dai nostri tecnici e questo porta a una crescita consapevole e condivisa in piena ottica consortile. Siamo fieri di essere stati scelti come modello virtuoso dalla Fao per la preservazione della biodiversità, che rimane uno dei nostri obiettivi principali”.

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