Con il mondo del vino alle prese - come qualsiasi altro settore produttivo - con l’emergenza Covid-19, che ha fatto rimandare o cancellare eventi, appuntamenti ed incontri di affari, a Ginevra, è andata in scena regolarmente una delle vendite all’incanto più attese dell’anno, una sorta di raggio di parentesi di normalità in tanta confusione: 301 lotti per 1.892 bottiglie dai migliori cru di Bordeaux e Borgogna, dalla cantina di un importante collezionista di arte e vino svizzero, sotto il martello di Baghera Wines, che ha raccolto in tutto 5,5 milioni di euro, con il 91% dei lotti assegnati ed una bottiglia da record (ma non assoluto). Una sei litri (o Mathusalem che dir si voglia, ndr) di Romanée-Conti del Domaine de la Romanée-Conti del 1979 - formato ed annata praticamente introvabili della griffe di Borgogna - ha infatti toccato i 203.000 euro. Praticamente la stessa quotazione raggiunta dai sei magnum di Romanée-Conti del Domaine de la Romanée-Conti del 1994, battute a 202.000 euro, mentre sei bottiglie di Romanée-Conti del Domaine de la Romanée-Conti del 1991 sono state aggiudicate a 135.000 euro.
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