È stata una settimana - e non è ancora finita - capace di sconquassare un Paese, l’Italia, che dall’esplosione dell’epidemia di coronavirus (i primi casi, i due turisti cinesi trovati positivi a Roma, comunque slegati dai focolai successivi, risalgono a fine gennaio, ndr) ha vissuto giorni frenetici, che ne hanno sconvolto le abitudini e la tenuta stessa del tessuto sociale e produttivo, ad ogni livello. Gli effetti più evidenti, e giustamente più analizzati, sono le scuole chiuse, i locali deserti, gli interi paesi in quarantena, e poi c’è il nostro mondo, quello del vino. Che, al pari di qualunque settore economico del Belpaese, deve fare i conti con il crollo dei consumi nei bar e nei ristoranti e, soprattutto, con il clima di diffidenza dei mercati esteri. E di certo non aiuta la riprogrammazione, doverosa, dell’intero calendario fieristico, del vino e dell’agroalimentare in generale, che ieri ha visto la clamorosa cancellazione della principale fiera internazionale del vino, la ProWein, con la Messe di Düsseldorf che, tra allarme coronavirus ed un calendario compresso dallo slittamento di tutte le altre fiere, ha dato, pragmaticamente, appuntamento a produttori e ai buyers al 2021, dal 21 al 23 marzo.
Veronafiere, invece, dopo una prima conferma delle date di aprile, ha deciso il rinvio di Vinitaly, punto di riferimento dell’Italia del vino, che andrà in scena dal 14 al 17 giugno (con “Opera Wine” by Wine Spectator il 13 giugno), creando un vero e proprio effetto domino, con le tre kermesse dedicate ai vini biologici e naturali (VinNatur, ViniVeri e Natural Born Wines), eventi satellite della più importante fiera d’Italia e non solo, che hanno annunciato il rinvio, per non perdere la contemporaneità con Vinitaly: la degustazione dei 180 produttori di VinNatur, così, andrà in scena a Gambellara dal 13 al 15 giugno, ViniVeri, a Cerea, è in calendario il 12 ed il 13 giugno, e Natural Born Wines, salone dei vignaioli naturali, dal 14 al 16 giugno.
In Francia, invece, rischia la settimana dell’en primeur di Bordeaux. Sarebbe la prima volta dalla Seconda Guerra Mondiale, ma alle condizioni attuali, immaginare di vedere i consueti 5.000 wine merchant da tutto il mondo sulle rive della Gironda appare quanto mai utopistico: la prima settimana di aprile è alle porte, il presidente dell’Union des Grands crus de Bordeaux, Ronan Laborde, prende tempo aspettando le eventuali evoluzioni, ma i media francesi danno per possibile - se non probabile - uno slittamento all’autunno. Nell’altro territorio simbolo della Francia enoica, la Borgogna, sono stati annullati “Les Grands Jours de Bourgogne”, in calendario dal 9 al 13 marzo, con cui i Vins de Bourgogne si presentano al mondo nei propri cru. In Spagna, uscendo dal mondo del vino, è stata spostata ufficialmente Alimetaria, fiera di riferimento per tutto l'alimentare iberico e europeo, che slitta dal 20-23 aprile al 14-17 settembre
Tornando in Italia, anche Vinòforum - Lo Spazio del Gusto, storico appuntamento dedicato all’enogastronomia a Roma, ha deciso posticipare l’evento in calendario per il 19-28 giugno, facendolo slittare dall’11 al 20 settembre. Ufficiali anche le nuove date di Taste, con le novità e le eccellenze enogastronomiche del Belpaese che si presenteranno a Firenze, alla Stazione Leopolda, dal 5 al 7 giugno.
Fiere Parma e Federalimentare hanno invece deciso di continuare a monitorare la situazione collegata alla diffusione del Coronavirus prima di prendere decisioni su Cibus, una delle più importanti fiere dedicate al settore alimentare italiano, ad ora in programma dall’11 al 14 maggio, ma che, comunque, è destinata a slittare, non si sa ancora (novità ufficiali dovrebbero arrivare lunedì, ndr) se a luglio o a settembre, come sostengono rumors sempre più insistenti. E poi c’è Macfrut, che con un comunicato della Fiera di Rimini, ha confermato le date in calendario - dal 5 al 7 maggio - sulla spinta del settore ortofrutta e sull’onda della fiducia.
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