Quello che è giusto oggi, difficilmente lo sarà domani, ciò che funziona in questi giorni, potrebbe non dare risultati già la prossima settimana: la complessità del momento storico che stiamo vivendo accelera anche i cambiamenti - sociali, economici e dei consumi - di un quadro in continua e costante evoluzione, di fronte al quale diventa fondamentale approntare risposte altrettanto rapide e d efficaci. È così per qualsiasi settore, compreso il vino, e se a inizio anno Wine Intelligence aveva messo in fila, come sempre, i “Global Trends in Wine” per il 2020, divisi in quattro aree tematiche, le “quattro R” di Relationship, Retail, Repertoire e Responsibility, oggi si trova a dover integrare quelle previsioni e quei consigli, adeguandosi al periodo, con le “cinque A”, di Adaptation (capacità di adattarsi alla nuova situazione), Adjustment (aggiustare il tiro, in termini specialmente di marketing e comunicazione), Agility (nel senso di velocità nel rispondere alle nuove necessità), Appropriatness (quindi considerare l’appropriatezza di una scelta rispetto al contesto sociale e culturale) e Alignment (sono le scelte che prendiamo come azienda in linea con l’ordine culturale, sociale e politico in cui stiamo vivendo?).
Principi e consigli, quelli individuati da Wine Intelligence, frutto dell’osservazione di numerosi esempi (raccolti perlopiù in Gran Bretagna, ndr) di come il settore del vino e degli alcolici sta rispondendo alla crisi, che hanno comunque dei corrispettivi nel Belpaese. Non mancano, ad esempio, i casi di chi ha riconvertito la propria attività ripensando la propria offerta con prodotti da asporto o da consegnare a casa, per garantire un po’ di ossigeno in un momento di grande difficoltà economica, dai ristoranti alle gelaterie, dai birrifici alle macellerie, passando per botteghe e forni. E su WineNews scriviamo da settimane di come l’engagement sia ormai veicolato soprattutto sui social: le dirette Instagram degli chef sono più attese di quelle delle popstar, impazzano le degustazioni online, organizzate da associazioni della sommellerie e dalle aziende, e i tour in cantina si fanno virtuali. Ci sono poi due aspetti della comunicazione delle aziende del vino e non solo che vanno ben al di là degli obiettivi economici: da una parte il supporto al settore ospedaliero, con raccolte fondi, iniziative di solidarietà, donazioni di mascherine e respiratori, dall’altra l’aiuto a chi ha più bisogno, che si estrinseca in collette alimentari, posti letto in strutture turistiche per chi deve stare in quarantena e centinaia di altre iniziative che hanno mosso la società ed il tessuto produttivo di tutto il Belpaese in queste settimane.
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