Se le importazioni enoiche erano già in frenata dal 2018 la frenata, la crisi Coronavirus non ha certo favorito la ripresa del commercio con la Cina, che, nei primi 6 mesi 2020, ha segnato un crollo verticale di ogni categoria: imbottigliato, bollicine, sfuso, bag-in-box. Dati particolarmente duri ad aprile e maggio, con una caduta del 50%, mentre a giugno il calo si ferma al 30%, lasciando presagire che il peggio sia ormai alle spalle. Non si salva nessuno, in questo primo semestre, che segna un calo del 31,9% sullo stesso periodo del 2019, con le spedizioni enoiche verso la Cina a quota 215 milioni di litri per un giro d’affari di 710 milioni di euro, e un prezzo medio di 3,3 euro al litro (+2%), come racconta l'analisi dell’Oemv - Osservatorio Spagnolo sul Mercato del Vino sui dati delle dogane cinesi.
Il calo maggiore, in volume, è quello del Cile, che perde il 51,8%, mentre l’Italia lascia sul terreno 6,27 milioni di litri, ossia il 32,5% rispetto all’export dei primi 6 mesi 2019, per un giro d’affari di 47,86 milioni di euro, in calo del 27,8%. Italia che, comunque, resta il quarto partner commerciale della Cina, dietro ad Australia (270 milioni di euro nel periodo, -20,9%), Francia (186 milioni di euro, -37,1%) e Cile (93,3 milioni di euro, -41,7%).
Unico Paese in territorio positivo è l’Argentina, che sostituisce il Cile sul segmento degli sfusi e cresce a valore del 24,8%, a 11,7 milioni di euro. Da segnalare anche il +16% a volume delle bollicine di Spagna, a fronte di un -39% di quelle italiane, che restano comunque leader, insieme a quelle francesi, entrambe in calo, a valore, del 30%. Infine, l’evoluzione degli ultimi 12 mesi (da giugno 2019 a giugno 2020), che segna un -20% sia a valore che a volume, a quota 512,3 milioni di litri e 1,73 miliardi di euro.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024