In quadro mondiale in cui il commercio internazionale di vino è ovviamente in sofferenza, i Paesi a Monopolio sono tra i pochi ad aver retto l’urto della Pandemia. E alcuni sono addirittura in crescita, come la Svezia, dove tutto passa attraverso l’agenzia governativa Systembolaget, le cui importazioni, nel complesso, sono cresciute del +5% nel primo semestre 2020 (dati Oiv). Un mercato, quello del Paese scandinavo, interessante anche per il vino italiano, non enorme (con un import annuale dal Belpaese che si aggira in media intorno ai 160 milioni di euro), ma molto focalizzato sui vini rossi più importanti del Belpaese (che ha una quota di mercato del 30%). Aspetto che si riflette guardando alle carte dei vini dei ristoranti della capitale Stoccolma. A livello di provenienza, al top ci sono California e Rodano, da usa e Francia, presenti nel 75% delle wine list, mentre sul podio sale il Veneto, dove il grande rosso è l’Amarone della Valpolicella, senza dimenticare Recioto, Ripasso e lo stesso Valpolicella, con almeno un vino della Regione presente nel 68%. Segue il Piemonte di Barolo e Barbaresco, Barbera e Roero, tra gli altri, presente nel 67% delle carte dei vini, insieme alla Borgogna, mentre nel 66% delle selezioni, al pari di Bordeaux, c’è la Toscana del Chianti Classico e del Brunello di Montalcino, del Nobile di Montepulciano e del Chianti, di Bolgheri e del Morellino di Scansano. In top 10, al n. 8, con una presenza diffusa nel 65% della carte dei vini dei ristoranti della capitale svedese, le tante Igt del vino del Belpaese. A dirlo i dati di MiBD Analytics.
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