Il trend di lungo periodo mostra un calo dei volumi consumati, ma la pandemia ha portato un rinnovato interesse per il vino; allo stesso tempo cala il numero dei wine lovers, anche se gli appassionati sembrano sempre più interessati e coinvolti; cresce la competizione delle altre bevande alcoliche, dalla birra artigianale al gin; sempre meno partecipazione ai consumi da parte degli under 35, ma i giovani che scelgono il vino lo fanno con passione; il Covid, inoltre, ha dato una bella spinta al canale e-commerce; i dati relativi allo stato di salute dei brand del vino rivelano che il lockdown e le restrizioni hanno giovato soprattutto ai marchi più forti sul mercato; infine, il calo dei consumi fuori casa, meno drammatico delle previsioni, anche grazie agli incentivi del Governo che hanno premiato chi ha deciso di tornare al ristorante. Ecco i trend che lascia il 2020 al mercato della Gran Bretagna, raccontati dallo “Uk Wine Landscape 2021” di Wine Intelligence.
Come detto, nonostante un atteso calo dei consumi, il Covid non ha frenato il richiamo del vino, che si è tradotto in una crescita della frequenza di consumo, cresciuta tra marzo ed agosto e arrivata ad ottobre vicina ai livelli pre-crisi. Anche i livelli di spesa sono cresciuti nella seconda metà dell’anno, una volta superato lo shock iniziale, tornando sul trend di crescita della spesa sul medio e lungo periodo. Indipendentemente dalla pandemia, i consumatori inglesi spendono mediamente più, in ogni occasione di consumo, di quanto facessero nel 2015. C’è però da sottolineare un calo del numero dei consumatori di vino in Gran Bretagna, causato dalla disaffezione dei più giovani e dei consumatori a basso reddito: appena l’11% dei wine lover britannici guadagna meno di 20.000 sterline l’anno, nel 2015 erano il 23%. Nel 2015, inoltre, gli over 65 rappresentavano il 22% dei consumatori regolari di vino, oggi sono il 27%. Cresce, nel periodo, la percentuale dei bevitori di vino ad alto reddito (sopra le 50.000 sterline), passata dal 25 al 29%. In totale, i wine drinkers britannici nel 2020 sono 34,6 milioni, contro i 39,1 milioni del 2015 (-2,4%). E calano anche i bevitori regolari (-2,6%), così come chi beve vino a cadenza settimanale (-2,9%).
Se in Gran Bretagna si contano meno bevitori, c’è, sull’altro piatto della bilancia, un sempre maggior coinvolgimento, cresciuto ininterrottamente dal 2015 ad oggi. I wine lover sotto i 55 anni sono quelli più appassionati, e che mostrano un approccio più avventuroso e curioso al vino. I più giovani, invece, sono quelli che hanno più voglia di scoprire ed imparare. Metà degli under 35, infatti, dichiara di divertirsi a provare regolarmente nuovi vini e nuovi stili, contro il 31% di chi ha più d 35 anni. Come accennato, anche tra chi beve vino regolarmente la birra, specie artigianale, e il Gin stanno vivendo una crescita importante. La percentuale di wine lovers che nel 2020 ha bevuto Gin è stata del 54%, contro il 31% del 2015, tanto che oggi il Gin è tra i primi 5 alcolici più bevuti nel Paese. E lo stesso vale per la birra: il 60% di chi beve vino beve anche birra, mentre un terzo dei consumatori di vino apprezza che la birra artigianale.
Una dinamica interessante analizzata da Wine Intelligence riguarda la solidità dei brand più affermati durante la pandemia. Marchi popolati e conosciuti come Yellow Tail, Campo Viejo, Barefoot, McGuigan, Penfolds e Villa Maria, hanno accelerato la loro crescita, mettendo a segno guadagni superiori al 2019. Del resto, il poco tempo trascorso tra gli scaffali, ha fatto sì che i consumatori si affidassero ai brand che già conoscevano. Ma quali sono i trend di consumo con cui la Gran Bretagna saluta questo 2020? L’81% dei consumatori ha bevuto vino bianco negli ultimi 12 mesi, il 79% vino rosso, il 62% birra, il 58% Prosecco e il 54% Gin: tute percentuali in forte crescita sul 2015. Il 50% dei wine lover ha bevuto vino francese negli ultimi sei mesi, il 45% vini australiani, il 44% vini italiani, il 40% vini spagnoli e il 36% vini sudafricani. E ancora, il 58% dei consumatori di vino rosso negli ultimi sei mesi ha bevuto un Merlot, il 45% un Cabernet Sauvignon, il 44% un Malbec, il 40% un Syrah e il 36% un Pinot Nero. Tra le varietà a bacca bianca, il 60% ha optato per un Sauvignon Blanc, il 51% per un Pinot Grigio, stessa percentuale dello Chardonnay, il 24% per lo Chenin Blanc e il 23% per il Pinot Blanc. La varietà, del resto, è il primo parametro di scelta, considerato importante o molto importante dal 76% dei consumatori, davanti a Paese d’origine (66%), stile (61%), territorio d’origine (60%) e brand a cui si è abituati (59%).
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