Il fronte estero resta cruciale per il settore vinicolo italiano, e se i dati di giugno e luglio avevano in qualche modo attenuato le perdite di aprile e maggio, in agosto e settembre è tornata ad affacciarsi qualche perplessità. Il dato puntuale di settembre, come raccontano i dati Istat, analizzati da Ismea, ha registrato volumi esportati un po’ inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019, con una flessione anche del valore. Nel complesso, da gennaio a settembre 2020, i volumi esportati sono del 2,6% inferiori allo stesso periodo del 2019, mentre in valore la perdita è del 3,4%.
Tra le destinazioni, i Paesi dell’Unione Europae e i Paesi extra Ue fanno registrare battute d’arresto sostanzialmente simili, mentre in valore le perdite sono state dell’1% entro i confini comunitari, e del -5% nei Paesi Terzi. Al di là del dato puntuale dei due mesi epicentro della crisi sanitaria, a preoccupare gli operatori sono i dati mondiali del commercio, con l’estero che già da marzo avevano registrato una decisa battuta d’arresto del valore, che è si è consolidata dal secondo trimestre nei principali Paesi importatori, ad eccezione di Canada e Svizzera, che hanno aumentato (secondo dati IHS Markit) la propria domanda in volume rispettivamente del +5% e +4%, a fronte però di cali in valore, seppur limitati. Gli Usa, sbocco fondamentale per l’export italiano, nei primi 9 mesi 2020, ha ridotto le proprie importazioni totali dell’1% in volume con una spesa, espressa in euro, ridotta dell’11% sullo stesso periodo dell’anno precedente.
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