“Le tariffe servono solo a limitare la crescita del commercio transatlantico di vino e frenare le esportazioni di vino dagli Stati Uniti. Questa disputa non ha assolutamente nulla a che fare con il vino e chiediamo agli Stati Uniti e all’UE di raddoppiare urgentemente i loro sforzi per raggiungere un accordo che rimuova queste tariffe dannose”. Così Bobby Koch, presidente e Ceo del Wine Institute, ha rinnovato e ribadito la posizione del mondo del vino Usa, al fianco di quello europeo e del Ceev - Comité Européen des Entreprises Vins, in un battaglia iniziata ormai un anno fa, nata dalla convinzione che l’industria del vino debba muoversi in maniera univoca, e lottare insieme per chiedere la completa rimozione di tutte le tariffe sul vino, secondo il principio “zero for zero”, ossia nessun dazio per il vino europeo in Usa, nessun dazio per il vino americano in Europa. Un principio, ancora una volta, negato dalla disputa in corso sui sussidi per l’aviazione civile, che ha portato il Rappresentante Usa per i negoziati commerciali (Ustr) all’introduzione di tariffe aggiuntive sui vini provenienti da Francia e Germania, a partire dal 12 gennaio (come abbiamo scritto qui). In risposta, Wine Institute ribadisce il suo impegno a sostenere l’eliminazione di tutte le tariffe sul vino, e che il vino non sia preso di mira nelle controversie che non riguardano, appunto, il vino.
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