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Ristorazione, le chiusure in gennaio 2021 sono costate 5 miliardi di euro

#Ristorazione, le chiusure di gennaio sono costate 5 miliardi di euro. @coldiretti: effetti a cascata sull'intera filiera #agroalimentare. @fipeconf:
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Ristorazione, le chiusure in gennaio 2021 sono costate 5 miliardi di euro

Le chiusure in gennaio 2021 di bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi nelle zone rosse e arancioni di tutta Italia, dove è proibita qualsiasi attività al tavolo, sono costate 5 miliardi di euro ai ristoratori italiani, che avevano già visto dimezzarsi il proprio fatturato (-48%, perdita di quasi 41 miliardi) nel 2020, quando i consumi alimentari degli italiani fuori casa erano scesi al minimo da almeno un decennio. Emerge da un’analisi della Coldiretti, che evidenzia come gli effetti si facciano sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare, con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.

In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, precisa la Coldiretti, la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le difficoltà della ristorazione si trasferiscono quindi sulle 70.000 industrie alimentari e 740.000 aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro. Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese con la filiera agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi, pari al 25% del Pil nazionale, ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale.

Ad aggravare la situazione anche un complicato momento politico del Paese. “Non spetta ad una associazione di categoria entrare nel merito di una crisi di governo - interviene il presidente Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani - spetta però a chi ha responsabilità nella rappresentanza e vive a stretto contatto con le imprese italiane, evidenziarne i gravi rischi, con scadenze importanti e urgenti, come gli annunciati provvedimenti emergenziali o la messa a punto del documento sul Recovery Plan, e richiamare al senso di responsabilità le forze politiche, con l’invito a fare presto. Il Paese non può permettersi tatticismi o distrazioni, vista la drammaticità del momento che impone decisioni rapide e contesti stabili. I pubblici esercizi e la ristorazione italiana sono in ginocchio. I danni subiti mettono a repentaglio la tenuta economica dell'intero comparto e il momento drammatico impone il richiamo ai migliori valori del Paese. Vi imploriamo, fate presto!”.

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