Nonostante le difficoltà evidenti e l’impatto della pandemia sul mercato del vino in Usa, dove, come nel resto del mondo, i consumi si sono spostati consumi dai ristoranti alle mura ci casa (tenendo in volume e tutto sommato anche in valore, con il vino italiano grande protagonista, come riportato nei giorni scorsi da WineNews), i consumatori, e soprattutto il trade, guarda al 2021 con un misto di speranza e ottimismo per una ripresa, soprattutto nel fuori casa. Con prospettive positive sulle condizioni economiche personali, fatto tutt’altro che trascurabile guardando ad un consumo di fatto edonistico e non essenziale come quello del vino.
È il sentiment che emerge da un sondaggio dell’agenzia specializzata “Wine Opinions”, focalizzato su quello che è il mercato n. 1 del vino nel mondo, ed il primo per le cantine italiane, con gli United States che da soli, storicamente, valgono quasi il 25% delle esportazioni tricolore.
Sul fronte dei consumatori, emerge un dato curioso: sono di più coloro che, nel 2020, nonostante tutto, hanno visto migliorare la loro condizione finanziaria personale rispetto al 2019 (23%) di chi invece ha visto un peggioramento (21%), mentre per il 53% le cose non sono cambiate poi molto. Dato decisamente inverso a quello del trade: il 36% di chi lavora nel business del vino ha visto un peggioramento della situazione, contro in 20% che ha registrato un miglioramento, mentre per il 40% le cose sono rimaste più o meno invariate. Ancora più positivo, nel complesso, il sentiment sul 2021: per il 36% dei consumatori e per il 42% del trade la condizione economica a fine anno sarà migliore di quella di desso, mentre le cose resteranno stabili per il 43% dei wine lover e per il 33% dei professionisti del vino, con solo il 6% di consumatori ed il 4% del trade che prevede un peggioramento.
Anche se, va detto, che una buona fetta di entrambe le categorie dice che è ancora troppo presto per fare previsioni. Ma l’aspetto forse più incoraggiante (e qui il dato è aggregato) è quello che riguarda le previsioni per le vendite “on-premise”, ossia per il consumo fuori casa, nel 2021. La maggioranza assoluta, il 53%, si aspetta un piccolo recupero sul 2020, il 7% pensa ad un ritorno quasi ai livelli del 2019, e un 5% si sbilancia prevedendo consumi anche superiore all’ultimo anno prima della pandemia. Ma c’è anche un 16% che prevede che le cose andranno male come nel 2020, ed un 19% che ancora non riesce ad immaginarsi cosa succederà in futuro.
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