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INTERNAZIONALI

Dazi, la Gran Bretagna ottiene dagli Usa una sospensione di quattro mesi: soluzione vicina?

Via le tariffe sul whisky inglese, la strada sembra segnata, ora tocca alla Ue - spronata dal mondo del wine & food - dimostrarsi all’altezza
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Il premier Uk Boris Johnson

Nonostante l’uscita dall’Unione Europea - o forse proprio in virtù della ritrovata autonomia - è la Gran Bretagna a tracciare il sentiero da seguire, nelle trattative con gli Stati Uniti, per risolvere la querelle Boeing-Airbus, che ha portato Bruxelles e Washington ad una dannosa guerra dei dazi, che non fa bene a nessuno. Londra, invece, già da inizio anno ha voluto dare un segnale forte, sospendendo le tariffe aggiuntive sui prodotti Usa colpiti dalle sanzioni europee. Incanalando quindi le trattative nella direzione giusta, tanto che ieri l’amministrazione Usa del presidente Biden ha concesso alla Gran Bretagna una sospensione di quattro mesi ai dazi doganali su prodotti come il whisky.
Un passo importante, che speriamo possa indirizzare e velocizzare anche le trattative con la Ue,
ben consapevoli che i rapporti transatlantici hanno bisogno di una restaurazione, un ritorno al passato nel segno della collaborazione, aspetto su cui Biden si è già dimostrato ampiamente disponibile. Lo torna a chiedere, in Italia, la Cia - Agricoltori Italiani: “Il nostro auspicio è che ora la Commissione Ue acceleri e rafforzi le iniziative per arrivare al medesimo risultato con l’amministrazione Biden - spiega il presidente Cia/Agricoltori Italiani, Dino Scanavino - segnando finalmente un ritorno al dialogo e al multilateralismo, attraverso accordi e decisioni condivise sulla vicenda Airbus e Boeing, per sorpassare l’incubo dazi doganali e ampliare, invece, le opportunità di creare ricchezza attraverso l’export, prima di tutto quello made in Italy”.
Dalla Francia, dove i dazi al 25% hanno oggettivamente messo in seria difficoltà le esportazioni di vino verso gli Stati Uniti, “Vitisphere” riporta la reazione entusiasta di Jean-Marie Barillère, presidente del Ceev - Comité Européen des Entreprises Vins: “è una bellissima notizia”. Prima di passare la palla alla Commissione Europea: “adesso tocca a voi fare ciò che hanno fatto gli amici inglesi”. E che la strada sia quella lo confermano le parole, piene di fiducia, dell’eurodeputata Irène Tolleret: “Se una moratoria è stata decisa per lo scotch e per il whisky, non c’è ragione per cui non possa essere decisa anche per i prodotti europei che hanno subito le sanzioni nei mesi scorsi. È la luce in fondo al tunnel, ne sono certa”. Dello stesso avviso Jérôme Despey, presidente del consiglio specializzato del vino di AvgriMer: “Vedremo se l’Unione Europea farà bene quanto il Regno Unito. Sarebbe incredibile per l’Unione Europea trovarsi nell’impossibilità, ancora una volta, di ottenere una moratoria in attesa che la controversia - che nulla ha a che fare con il vino - trovi la sua definitiva risoluzione”.

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