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EFFETTO COVID

Patto tra agricoltori Cia e Croce Rossa per supportare aree rurali e contrastare nuove povertà alime

L’accordo mira a frenare gli effetti della pandemia. In un anno due milioni di famiglie in più a rischio indigenza e spesa media crollata del 9%

Due milioni di famiglie in più a rischio indigenza, l’incidenza dei nuovi poveri passata dal 31% al 45%, un numero più che raddoppiato di persone che si sono rivolte per la prima volta a enti caritatevoli e associazioni di volontariato, la spesa media familiare crollata nel 2020 del 9%, tornando indietro ai livelli di 21 anni fa: un anno di pandemia ha prodotto numerose disuguaglianze nel Belpaese e ha acutizzato le criticità dei servizi sanitari e socio-assistenziali, in particolare nelle aree interne, che rappresentano oltre il 50% della superficie nazionale con 11 milioni di cittadini, dove l’offerta è stata fortemente smantellata negli anni. Uno scenario che Croce Rossa Italiana e Cia - Agricoltori Italiani vogliono provare a frenare con un accordo, firmato oggi a Roma dai due presidenti nazionali, Francesco Rocca e Dino Scanavino, che punta a promuovere azioni di supporto alla popolazione delle aree rurali, dalle donazioni alimentari all’attivazione di servizi socio-sanitari, iniziative congiunte per favorire l’inclusione delle persone in condizioni di fragilità economica, sociale e geografica e la diffusione di un’educazione sanitaria e di stili di vita sani, con lo scopo di creare reti comunitarie virtuose, dove è chiaro il valore dell’inclusione socio-lavorativa e l’importanza delle buone pratiche per la produttività e lo sviluppo dei territori.

“La solidarietà e l’attenzione ai bisogni della popolazione fanno parte del dna della nostra organizzazione e, in questa fase di crisi, è ancora più importante portare avanti questi principi - dice il presidente Cia - Agricoltori Italiani, Dino Scanavino -. L’accordo di alto profilo siglato con Croce Rossa Italiana va proprio in questa direzione. L’intento comune è quello di favorire lo sviluppo, la valorizzazione e la dignità delle comunità rurali, senza le quali si sgretola una delle forze distintive dell’Italia, tassello indispensabile per la tenuta sociale, economica e ambientale dei territori”.

L’accordo, dalla durata di 24 mesi, prevede procedure agevolate per la collaborazione sinergica tra le articolazioni associative e territoriali di Croce Rossa e Cia per garantire una pronta risposta nelle emergenze, legata alla fornitura di generi di prima necessità alla popolazione, anche nelle zone più marginali del Paese. Spazio, poi, allo sviluppo di percorsi integrati finalizzati all’orientamento professionale, all’inserimento occupazionale e all’inclusione sociale delle persone più vulnerabili. Tra i punti centrali dell’intesa, le iniziative formative e informative a sostegno degli anziani, dalla telemedicina alla cooperazione di comunità, per rendere i cittadini maggiormente formati e sensibilizzati in ambito sanitario e in tema di fragilità sociale. Una questione molto sentita nelle aree rurali, dove la concentrazione di over 65 sfiora il 30% ma in cui il progressivo taglio alla sanità e ai servizi socio-assistenziali ha avuto ricadute dirette e negative sul territorio, con un aumento della spesa medica privata del 10% e una crescita contestuale dei rischi di isolamento e povertà relazionale. Infine, altro pilastro dell’accordo, è l’individuazione e la diffusione di best practices in materia di economia circolare, lotta allo spreco alimentare, valorizzazione dei prodotti agricoli come risposta ai bisogni delle famiglie indigenti.

“Le conseguenze socio-economiche della pandemia - sottolinea il presidente Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca - sono ben note alla nostra associazione che, sin dall’inizio dell’emergenza Covid, ha avviato il cosiddetto “Tempo della Gentilezza”, ossia una serie di azioni a supporto di ogni vulnerabilità su tutto il territorio nazionale, grazie ai nostri Comitati ben radicati nelle comunità locali. Attraverso questa importante collaborazione con Cia-Agricoltori Italiani e con la nostra rete diffusa, potremo davvero fare la differenza, rispondere ai tanti bisogni ed essere ancora di più “Un’Italia che Aiuta””.

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