Dopo una prima sospensione, di quattro mesi (fino all’11 luglio, ndr), dei dazi Usa su tanti prodotti europei ed italiani, comprese eccellenze agroalimentari del made in Italy (da cui il vino fino ad oggi si è sempre salvato), così come dei dazi Ue sui prodotti Usa, il Commissario al Commercio della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis, ha avanzato una proposta che prevede la sospensione di tutte le tariffe reciproche per altri sei mesi, con l’obiettivo, in questo periodo, di raggiungere una soluzione negoziata tra le due parti. Sarebbe un modo, specie ora, che c’è a fare i conti con una delle peggiori crisi economiche e dei consumi dal Dopoguerra, per far rifiatare le industrie e i lavoratori dei diversi settori colpiti dalle tariffe sulle due sponde dell’Atlantico. Se la proposta del Commissario al Commercio Ue dovesse essere accolta, si farebbe meno stringente la scadenza di giugno, quando gli Stati Uniti pubblicheranno la loro decisione finale relativa alla legalità delle tasse sui servizi digitali in Austria, Italia, Spagna, Regno Unito, India e Turchia, mentre le tariffe Ue sul whisky americano dovrebbero raddoppiare al 50%. Innescando, ma speriamo vivamente, di no, una nuova spirale, che invece le trattative tra Washington e Bruxelles potrebbero risolvere una volta per tutte, ridando respiro anche al multiforme settore degli importatori di vino Usa che, sotto l’ombrello della National Association of Beverage Importers, sono stati tra i più strenui oppositori al regime tariffario voluto dal Governo Trump.
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