I vini a denominazione d’origine europei, nel periodo che va dal 2017 al 2020, hanno vissuto un vero e proprio declino delle esportazioni sul mercato cinese. E la pandemia, in questo quadro, non ha fatto altro che aggravare una situazione già difficile, come dimostrano i dati Oemv-Observatorio Espanol del Mercado del Vin. Se nel 2017, infatti, le importazioni di vino a Denominazione d’Origine europeo della Cina hanno toccato i 691 milioni di euro, nel 2020 sono crollate a quota 408 milioni di euro (-41%), con le quantità passate da 149 milioni di litri a 72 milioni di elitri(-52%), meno della metà nel volgere di soli tre anni.
In questo quadro, comandano ancora i territori francesi, con Bordeaux che vale da sola 219,1 milioni di euro, in calo del 44,7% sul 2017. Segue la Borgogna, una delle due denominazioni cresciuta negli ultimi tre anni, a 28,7 milioni di euro(+34,8%), quindi Languedoc-Roussillon(24,1 milioni di euro, -48,6%) e Côte duRhône (19,4 milioni di euro, -38,1%). Quindi, la prima denominazione non francese, la spagnola Rioja, con 12,3 milioni di euro nel 2020, il 46,4% in meno del 2017. A seguire, finalmente, le italiane, divise però per Regione, come da codici doganali: Toscana (9 milioni di euro, -14,7%), Piemonte (5,7 milioni di euro, -1,7%) e Veneto (5,5 milioni di euro, -34,8%). Chiudono le tedesche, entrambe prettamente bianchiste, Mosella (4,6 milioni di euro, +67,3%) e Hesse Renano(4,5 milioni di euro, -11,8%).
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