I consumi globali di alcolici tornano a correre, e per la fine del 2021, secondo le ultime previsioni dell’Iwsr - International Wine & Spirits Research, cresceranno del +2,9%. Per tornare ai livelli pre Covid, però, si dovrà attendere il 2023, mentre il trend resterà positivo fino al 2025. La ripresa sarà stimolata dal recupero repentino dei mercati chiave, dallo slancio garantito dell’e-commerce, dal boom dei ready to drink e dalla continua crescita dei consumi casalinghi, che si fanno però sempre più ricercati. Le due categorie in più rapida ascesa, secondo le previsioni Iwsr, sono gli spirits analcolici e proprio i ready to drink.
È sempre bene ricordare che il volume totale di bevande alcoliche consumate nel 2020, a livello globale, è diminuito del -6,2%, a causa della chiusura quasi completa di bar e ristoranti in tutto il mondo. Nonostante una flessione senza precedenti, il calo è stato comunque inferiore alle previsioni, grazie a diversi fattori che, alla fine, hanno aiutato il settore, come l’accelerazione dell’e-commerce (+45% rispetto al 2019, per un giro di affari di 29 miliardi di dollari nel 2020), la crescita dei ready to drink, i forti consumi domestici nei mercati chiave e una inaspettata resilienza e crescita negli Stati Uniti e in Cina.
Un’altra tendenza pre Covid che tornerà ad accelerare il recupero delle bevande alcoliche è la premiumizzazione dei consumi. Sebbene l’impatto economico del Covid-19 abbia portato per molti a un taglio della spesa, l’alcol è comunque un lusso accessibile per coloro che sono disposti a spendere. L’Iwsr, in questo senso, prevede che il vino e gli alcolici di fascia premium vedranno aumentare i propri volumi del +25,6% nel periodo 2020-2025, mentre, nello stesso periodo, i prodotti di fasce di prezzo inferiori non andranno oltre un +0,8%.
“In molti mercati importanti il Covid-19 ha accelerato l’impatto e la crescita di quelli che oggi sono i principali fattori trainanti del settore, come lo sviluppo dell’e-commerce, la premiumizzazione dei consumi, l’aumento dei consumi casalinghi, la moderazione e la ricerca della convenienza nei formati dei prodotti”, spiega Mark Meek, Ceo Iwsr. “Queste sono le tendenze che sosterranno anche la resilienza del settore, e sui cui dovrà fare leva per incrociare i consumatori nel luogo in cui si troveranno negli anni a venire. Inoltre, in molti mercati, alcuni segmenti della popolazione hanno ora un reddito significativamente maggiore rispetto al 2019, e una quota verrà certamente spesa in bevande alcoliche”, aggiunge Mark Meek.
L’analisi Iwsr, sulle prospettive del mercato globale delle bevande alcoliche, mostra quindi che molti consumatori nei mercati chiave hanno scelto il vino fermo come bevanda preferita da consumare in casa durante il Covid-19. Sebbene il consumo di vino abbia registrato un calo, in mercati come Regno Unito, Australia, Brasile, Canada e Stati Uniti i volumi sono comunque aumentati. Nel solo Brasile, il vino fermo è cresciuto del +28% nel 2020, trainato da un aumento delle importazioni di maggiore qualità e prezzi sempre più accessibili. Al contrario, il vino importato in Cina ha subito un forte calo che contribuirà alla prevista diminuzione dei consumi nel periodo 2020-2025.
E poi, la tequila supera il rum, diventando il terzo liquore più bevuto negli Stati Uniti, dietro la vodka e il whisky, particolarmente colpito dalla crisi del Covid-19, ma anche capace di mostrare una certa resilienza a lungo termine. Continua l’ascesa del Gin, destinato a crescere del 4,5% annuo fino al 2025, mentre i consumi di vodka restano stabili, e i ready to drink, solo nel 2021, cresceranno a volume del 27%. Infine, la birra, la categoria più esposta durante il lockdown, perdendo il 7,1% dei volumi a livello globale nel 2020. Tuttavia, si prevede un recupero del +2,5% nel 2021, e ad eccezione degli Stati Uniti, dove la concorrenza dei ready to drink ha avuto un impatto considerevole sulle vendite di birra, si prevede che tutti i primi 10 mercati globali - per volumi - torneranno a crescere fino al 2025.
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