Grandi bottiglie, accessibili a (quasi) tutti. È la cifra stilistica dei fine wine italiani, che hanno ormai un posto di primissimo piano sul mercato degli investimenti enoici così come nelle cantine dei collezionisti e degli appassionati di tutto il mondo. Lo raccontano, mese dopo mese, i dati del Liv-ex, il benchmark del mercato secondario dei fine wine, che WineNews analizza puntualmente, ma anche l’andamento dei prezzi medi online, monitorato, quotidianamente, da Wine-Searcher, portale di riferimento per i wine lover di tutto il mondo, che mette a sistema i giudizi della critica e del pubblico, ed i prezzi di centinaia di enoteche online. Che, nei numeri di oggi, racconta un’evoluzione importante dei prezzi delle bottiglie più care dell’enologia italiana, con il Piemonte sempre in cima alle preferenze, seguito dalla Toscana.
Bottiglie comunque alla portata: solamente due superano la soglia dei 1.000 euro. Il Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno, che si trova in media a 1.095 euro e, a poco meno, l’Amarone della Valpolicella di Giuseppe Quintarelli, a 1.076 euro. Entrambi, e questo è bene sottolinearlo, in crescita sia rispetto ai prezzi spuntati un anno fa che su quelli della rilevazione del mese di aprile, quando l’Amarone di Quintarelli costava poco più della metà (561 euro). Oscillazioni importanti, dovute alla ciclica rarità di alcune bottiglie, così come al recupero dell’economia reale, ma prezzi comunque distanti dai top di Bordeaux e Borgogna. Al terzo posto, il Barbaresco Crichet Paje di Roagna, a 781 euro a bottiglia (+5,3% su aprile), a completare un podio che conferma la bontà degli investimenti e l’accessibilità dei fine wine italiani anche a chi non ha alcuna intenzione di accendere un mutuo per concedersi un grande brindisi. Al quarto posto c’è il Brunello di Montalcino Riserva Case Basse - Gianfranco Soldera, a 775 euro a bottiglia (+17% rispetto ad un anno fa), seguito dal Massetto, appena un euro più economico, a 774 euro a bottiglia, ossia il 13,3% in più di un anno fa, e un prezzo medio cresciuto del 34% negli ultimi cinque anni. Al sesto posto, il Barolo Piè Franco di Cappellan, passato dai 531 euro di aprile ai 630 euro di oggi (+18,6%), seguito al settimo dal Refosco Colli Orientali del Friuli “Calvari” di Miani, a 603 euro a bottiglia (+3,6%). In ottava posizione, il Toscana Igt Case Basse di Gianfranco Soldera, a 587 euro a bottiglia, seguito dal Barolo Riserva Monprivato Cà d’ Morissio di Mascarello Giuseppe e Figlio, a 584 euro (+6,2% sul prezzo medio di aprile) e, a chiudere la top ten, il Barolo “Le Rocche di Castiglione Falletto” di Bruno Giacosa, a 570 euro (+15,2%).
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