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SALUTE E TRASPARENZA

Vino Ue, inizia la rivoluzione in etichetta, con informazioni nutrizionali e non solo. Via “e-label”

Debutta U-Label, piattaforma di Ceev e SpiritsEurope (con Unione Italiana Vini - Uiv e Federvini). Masi, Zonin e Mondodelvino tra le cantine pilota
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Vino Ue, inizia la rivoluzione in etichetta, con informazioni nutrizionali e non solo. Via “e-label”

Andare incontro all’esigenza sacrosanta dei consumatori di essere informati su quello che bevono, senza però trasformare le etichette di vino e spiriti in bugiardini come quelli dei medicinali, con una tecnologia ormai familiare a molti come quella del Qr-code (la stessa che si usa per il Green Pass), che consente alle imprese di fornire tutte le informazioni previste dalla legge, “traducendole” in automatico in tutte le 24 lingue dell’Unione Europea. È previsto da U-Label, la piattaforma di etichettatura elettronica messa in piedi dal Ceev - Comité Européen des Entreprises Vins e SpirtsEurope, espressioni delle organizzazioni delle imprese del settore (di cui fanno parte anche Unione Italiana Vini - Uiv e Federvini), presentata oggi da Bruxelles, e che, dal 1 novembre, sarà accessibile a tutte le cantine d’Europa.
Uno strumento che servirà ad ottemperare ai nuovi obblighi di etichettatura per le bevande alcoliche previste dalla nuova Pac, che così potranno essere scritte sia sull’etichetta fisica, per chi lo vorrà, o in alternativa fornite in forma digitale (ad eccezioni di alcune informazioni che saranno obbligatorie nella bottiglia, come quelle relative alle calorie indicative per 100 ml di prodotto, per esempio). Obblighi che, a livello Ue, saranno tassativi dal 2023, mentre quello che parte ora è un periodo transitorio in cui ci sarà tempo di sperimentare ed affinare uno strumento, quello dell’etichetta elettronica, faticosamente conquistato dal settore del wine & beverage nella trattativa con il legislatore europeo.

“Questa piattaforma risponde alla domanda dei consumatori di maggiori informazioni. Mettere in grado i consumatori di fare scelte alimentari sane, anche per quanto riguarda le bevande alcoliche, è uno degli obiettivi chiave della Commissione. Dovremo lavorare tutti insieme verso un nuovo quadro armonizzato per l’etichettatura di tutte le bevande alcoliche” ha detto Claire Bury, Vice Direttore Generale della Direzione Salute e Sicurezza Alimentare della Commissione Europea.
“I consumatori di oggi si aspettano più trasparenza sui prodotti che consumano, e l’etichettatura digitale può rispondere a questa domanda aumentando le informazioni che le aziende condividono con i loro consumatori, senza cambiare l’aspetto della confezione”, ha commentato Jean-Marie Barillère, presidente Ceev.
Una innovazione importante, una prima volta nel settore alimentare, quella dell’etichetta etichetta elettronica, con il settore del vino che si conferma nel suo ruolo di “pioniere”. “Abbiamo deciso di creare U-Label per offrire a tutte le aziende di vini e alcolici una soluzione chiavi in mano accessibile per intraprendere questo viaggio digitale. Siamo orgogliosi di poter fornire questo innovativo strumento multilingue due anni prima che le nuove regole di etichettatura diventino un obbligo legale per i produttori di vino nell’ambito della riforma della Pac”, ha sottolineato Ignacio Sánchez Recarte, segretario generale Ceev.
“L’industria europea degli alcolici si è già impegnata a fornire informazioni energetiche sull’etichetta e sugli ingredienti online nel suo Protocollo d’Intesa del 2019 sull’informazione dei consumatori, e stiamo raggiungendo gli obiettivi che abbiamo fissato allora”, ha sottolineato Ulrich Adam, direttore generale di SpiritsEurope. “I consumatori vogliono informazioni complete a portata di mano digitale. Questo è ciò che stiamo fornendo volontariamente attraverso U-Label. Chiediamo alla Commissione Europea di seguire l’esempio e di stabilire degli standard per l’etichettatura digitale per tutti i tipi di prodotto, non per sostituire ma per integrare le informazioni sulla confezione con ciò che i consumatori stanno cercando”.
Delle 15 aziende pilota per la piattafoma U-Label, tre sono Italiane, ovvero Masi Agricola (aderente a Federvini), Zonin 1821 e Mgm Mondodelvino (in Unione Italiana Vini), insieme a grandi nomi del vino di Francia e dello Champaagne come Taittinger e G. H. Mumm, le spagnole Zamora Company e Campo Viejo, il gruppo portoghese Sogrape e la cantina belga Le Domaine de Mellemont. La piattaforma prevede il rilascio di un Qr-code per ciascun prodotto registrato. Inquadrando con il proprio smartphone il Qr-code presente sull’etichetta, il consumatore accede alle informazioni organolettiche e nutrizionali del prodotto così come alle indicazioni di provenienza.
“Federvini sostiene ed appoggia con entusiasmo e convinzione questo importante progetto - ha commentato Micaela Pallini, presidente Federvini (il cui Gruppo Vino è guidato da Albiera Antinori, ndr) - grazie al quale il comparto dei vini e delle bevande spiritose, si impegna a diffondere le informazzioni sulla composizione dei prodotti e sulla dichiarazione nutrizionale attraverso le nuove tecnologie digitali. U-Label rappresenta una pietra miliare nella trasparenza sui prodotti alimentari: per la prima volta i consumatori potranno accedere alle informazioni nella propria lingua scansionando il codice Qr posizionato sull’etichetta dei loro vini, distillati e liquori preferiti. È uno strumento che vede il nostro settore all’avanguardia nell’intero comparto agroalimentare e che, sfruttando il potenziale della comunicazione digitale, favorisce il dialogo e la fiducia tra produttore e consumatore”.
Secondo il Vicepresidente di Unione Italiana Vini (Uiv) e presidente dell’Associazione Europea Wine in Moderation, Sandro Sartor, “il settore del vino si conferma nuovamente pioniere ed innovatore in materia di informazione al consumatore, con Unione Italiana Vini - Uiv tra le prime compagini ad aderire al progetto e promuoverlo. Si tratta di una innovazione tecnologica pazzesca - sottolinea Sartor - il vino è il primo settore in assoluto che usa il digitale per fornire sia le informazioni di legge che e quelle volontarie in ottica della trasparenza nei confronti del consumatore. Quella di usare l’etichetta elettronica è una facoltà, e quindi il produttore o si crea la propria etichetta elettronica e la propria piattaforma, inserendo tutte le informazioni previste dalla legge in una pagina separata dal sito commerciale, la deve manutenere e redigere in tutte le 24 lingue della Comunità Europea. Il Ceev, invece, ha creato una piattaforma comune a disposizione dei produttori di vino, e saranno la stragrande maggioranza, che non vorranno crearsi una propria piattaforma. Il funzionamento - spiega Sartor a WineNews - è molto intuitivo: ci si registra con i dati anagrafici come produttori, e poi si registrano le diverse etichette. Ciascuna avrà un Qr-code specifico che conterrà tutte le informazioni relative a quella singola etichetta. Quando io inserisco gli ingredienti, che sono già previsti e precompilati, la piattaforma lo declina automaticamente in tutte le lingue dell’Unione Europea. Il tutto a costi accessibili a tutti visto che si parla di 250 euro all’anno a produttore e di 20 euro ad etichetta. È un’opportunità importante per il vino. Non dobbiamo avere nessuna paura di come viene fatto il vino, e questo strumento è un’opportunità per parlare anche della qualità del vino, della sostenibilità, diventa non solo uno strumento di informazione ma anche di formazione”.
Uno strumento che già piace a chi ne sarà tra i primi sperimentatori, come spiega, Raffaele Boscaini, direttore marketing Masi Agricola: “siamo lieti che Masi sia stata selezionata a rappresentare l’Italia - commenta - nel progetto pilota che ha consentito di creare un’innovativa piattaforma per generare le etichette digitali del vino. Da parte nostra, sosteniamo con grande convinzione questa iniziativa volta in primis a garantire la totale trasparenza verso il consumatore. La tecnologia ci supporta in modo determinante in questa operazione permettendo di coniugare un’informazione puntuale e approfondita con la gradevolezza e l’originalità del packaging di un prodotto di antica tradizione”.

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