60.000 euro di multa, per aver abusato della propria posizione, favorendo produttori amici, quando, nel 2012, fu aggiornata la classificazione di Saint-Émilion, una delle denominazioni più prestigiose di Bordeaux: è la sentenza con cui il giudice Denis Roucou, presidente della quarta camera del Tribunale Giudiziario di Bordeaux, ha, di fatto, condannato Hubert de Boüard de Laforest, comproprietario del celebre Château Angélus, assolvendo invece Philippe Castéja, négociant di primo piano e proprietario di Château Trotte Vieille.
Ad aggravare la posizione del proprietario di Château Angélus, il fatto che, oltre ad essere stato, all’epoca dei fatti, membro del Comitato Nazionale del Vino dell’Inao, era anche membro dell’Organizzazione per la Difesa e la Gestione (Odg) dei vini di Saint-Emilion. Elementi che, insieme alla partecipazione agli incontri tra Inao e Odg, e alle discussioni preliminari sulla revisione della classificazione di Saint-Émilion, hanno “rafforzato il coinvolgimento di Hubert de Boüard nella partecipazione attiva al processo di elaborazione della normativa (…) che costituisce appunto l’amministrazione e la vigilanza, elemento costitutivo del reato contestato”, come ha spiegato, nel virgolettato riportato dal magazine francese “Vitisphere”, Denis Roucou.
Per il giudice, in sostanza, la partecipazione ad incontri e riunioni, in cui Hubert de Boüard avrebbe perorato la propria causa e quella dei suoi amici, non è stata casuale, visto che nel decalogo che devono seguire i suoi membri, l’Inao specifica che “in caso di interesse economico o regionale, i membri devono segnalarlo immediatamente, e non intervenire nelle materie che lo riguardano direttamente”.
Cosa che, come emerso dalle stesse parole di Hubert de Boüard (assente al momento della sentenza), il proprietario di Château Angélus non ha fatto, presenziando in maniera attiva alle riunioni che hanno poi deciso la promozione di Angélus da Grand Cru Classé B ad A nel 2012. Situazione diversa, come detto, per Philippe Castéja, nei confronti del quale mancano elementi sufficienti per ritenere in qualche modo influente la sua partecipazione ad atti amministrativi e di sorveglianza in relazione a decisioni sulle procedure di classificazione, nonostante l’interesse evidente legato alla proprietà di Château Trottevieille.
Respinte, infine, le richieste di risarcimento presentate dai tre châteaux querelanti (Corbin Michotte, Croque Michotte e Tour du Pin Figeac), che non hanno saputo dimostrare alla Corte il legame tra gli illeciti di Hubert de Boüard e i danni patrimoniali e morali connessi al loro declassamento.
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