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SCENARI

Il biologico, chiave verso la sostenibilità. Cia-Agricoltori: “urgente approvare legge nazionale”

Il presidente Scanavino alla Fiera B/Open di #Veronafiere: “il settore deve diventare protagonista del Pnrr”
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Cia-Agricoltori da B/Open: “urgente approvare legge nazionale sul biologico”

Una svolta per il biologico che può arrivare, in primis, dalla approvazione della legge nazionale. A chiederlo è Dino Scanavino, presidente Cia-Agricoltori Italiani, a B/Open, la prima fiera business to business dedicata al comparto (di scena a Veronafiere oggi e domani) su “Pnrr, filiera agroalimentare sostenibile e biologico: politiche e strategie di sviluppo”.
“Il biologico - ha detto Scanavino - è uno dei driver principali per la transizione del sistema agroalimentare verso la sostenibilità. Per questo il settore deve diventare protagonista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), accompagnato da risorse e progetti specifici e sostenuto da innovazione e ricerca. Prima di tutto, però, occorre approvare finalmente la legge sul biologico, dopo anni di attese e sollecitazioni, che ha avuto l’ok dal Senato ma ora è di nuovo ferma alla Camera dei Deputati per il via libera definitivo”
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Il presidente Cia/Agricoltori Italiani Scanavino ha sottolineato che la legge nazionale sul biologico, insieme ai fondi del Piano, sono i pilastri necessari per la costruzione del futuro agricolo del Paese, come chiede l’Europa con il Green Deal. Già oggi l’Italia è leader del settore nell’Unione Europea con 80.000 operatori e oltre 2 milioni di ettari coltivati. Il carrello della spesa bio degli italiani ha superato, nel 2021, i 4,5 miliardi ed oggi il biologico vale il 6% delle esportazioni agroalimentari tricolori, regalando al Paese il secondo posto nella classifica mondiale dell’export di prodotti bio, subito dopo gli Stati Uniti.
“L’Italia - ha concluso il presidente Cia/Agricoltori Italiani - deve mirare all’ulteriore sviluppo del comparto, sia per rispondere alle scelte d’acquisto dei consumatori, sempre più orientati al green, sia per guadagnare in sostenibilità, ambientale ed economica, puntando sui distretti biologici e su tutti gli strumenti di aggregazione, oltre che sull’istituzione di un marchio bio italiano”.

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