Le spedizioni di vino italiano nel mondo, nel periodo gennaio-agosto 2021, sfiorano i 4,5 miliardi di euro (4,496 miliardi per la precisione), segnando una crescita del +15,5% sullo stesso periodo 2020 e, soprattutto, del +12,2% sul 2019, anno assolutamente positivo per il commercio enoico del Belpaese. Nonostante il boom dei costi che continua a gravare sull’intera filiera, dall’energia ai materiali, passando per i trasporti, prima campanello di allarme di una dinamica inflazionistica con cui i consumatori dovranno fare necessariamente i conti, non si arresta così la corsa del vino italiano sui mercati di tutto il mondo, con l’eccezione, prendendo come riferimento il 2019, di Gran Bretagna, dove restano ancora molti nodi da sciogliere nel lungo percorso della Brexit, e Giappone, che paga la frenata della propria economia nel terzo trimestre dell’anno, tra produzione industriale in calo, crisi della logistica ed una bilancia commerciale che segna un disavanzo di 444 miliardi di yen. Impressionante, in senso positivo, il dato che arriva dagli Stati Uniti, seguiti a ruota dalla Germania, solidissima seconda piazza dell’export enoico italiano, con la Cina che è ormai tornata stabilmente ai livelli del 2019, mentre Canada, Corea del Sud, Russia, Paesi Bassi e Svezia continuano a crescere in maniera esponenziale.
Nell’analisi WineNews degli ultimi dati Istat, la Svizzera nei primi 8 mesi 2021, ha importato 254 milioni di euro di vino italiano (+9,8% sullo stesso periodo 2019 e +12,7% sul 2020), la Francia, con 134,9 milioni di euro, segna invece una leggerissima frenata sul 2019 (-0,6%, ma un poderoso recupero sul 2020 (+13,5%), mentre in Austria sono andati 70,4 milioni di euro di vino italiano (+6,1% sul 2019 e +3,7% sul 2020). In Germania, secondo mercato di esportazione, il vino italiano ha fatturato 713 milioni di euro (+9,9% sul 2019 e +6,7% sul 2020), nei Paesi Bassi l’export enoico del Belpaese è arrivato a quota 135 milioni di euro (+35% sul 2019 e +14,4% sul 2020), sugli stessi identici livelli della Svezia (+14,4% sul 2019 e +11,6% sul 2020), con la Norvegia che ha invece importato qualcosa in meno rispetto al 2020 (-2,2%), ossia 71,5 milioni di euro di vino dall’Italia, comunque molto di più del 2019 (+23,7% sul 2019), e la Russia sugli scudi, a quota 79 milioni di euro (+21,5% sul 2019 e +38,6% sul 2020).
Come anticipato, è il dato degli Stati Uniti ad emergere su tutti: in soli 8 mesi, la prima destinazione del vino italiano ha già ampiamente superato il muro del miliardo di euro (1,16 miliardi di euro), in crescita sia sul 2020 (+22,7%) che sul 2019 (+19,4%). Ottimi segnali anche dal Canada, con 241 milioni di euro di vino importato dall’Italia (+10% sul 2019 e +12,1% sul 2020). Continua nel suo lento recupero il Giappone, a quota 107 milioni di euro (+8,1% sul 2020), ma ancora distante dai numeri del 2019 (-14,4%). Al contrario, la Cina, con 81 milioni di euro di vino italiano importato, si pone esattamente sui livelli del 2019, e in forte crescita sul disastroso 2020 (+58,8%). Infine, la Corea del Sud, ormai una realtà consolidata, a quota 55 milioni di euro (+150% sul 2019 e +139% sul 2020), e Hong Kong, porta d’accesso privilegiata per tanti fine wine italiani, che ha importato 19 milioni di euro di vino, nei primi 8 mesi 2021, dal Belpaese (+3,8% sul 2019 e +35,7% sul 2020).
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