Il più grande di tutti i tempi? Forse, anche se il mito di Maradona va al di là del campo di calcio, e la magia di Pelè è difficile da spiegare ai giorni nostri. Di certo, Lionel Messi, con il settimo “Pallone d’Oro”, il più discusso, celebra qualcosa di più di un trofeo, celebra la consacrazione a re del calcio moderno, un sovrano a volte dispotico, ma sempre decisivo e quasi sempre vincente, seppure, per un paio di stagioni, meno di colleghi come Robert Lewandowski o Jorginho. Così ha deciso la stampa specializzata di tutto il mondo, che, al Teatro Chatelet di Parigi, hanno assegnato il “Pallone d’Oro” alla “Pulce” argentina, che ha festeggiato con una magnum di Piper-Heidsieck Cuvée Brut (di proprietà del gruppo Epi della famiglia Descours, a cui appartiene anche la griffe di Montalcino Biondi-Santi Tenuta Greppo, dove, nell’Ottocento, è nato il Brunello), bollicine ufficiali della premiazione n. 65 del “Pallone d’Oro” di “France Football”.
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