Di investimenti “sicuri” al 100% non ne esistono. Eppure, tra gli asset alternativi, quello del vino, da anni, regala solide certezze. D’altronde, i fine wines, nel loro complesso, in 10 anni, hanno visto crescere il proprio valore del 147%, secondo il “Knight Frank Luxury Index”, realizzato dalla società che si occupa principalmente di real estate di lusso a livello mondiale. E se un’altra conferma arriva dal Liv-Ex, la piattaforma di riferimento del mercato secondario, che, nel 2021, appena concluso ha battuto tutti i record i termini di valori e volumi scambiati, ma non solo, emerge anche che i fine wines hanno avuto un rendimento medio del 10,46% all’anno, negli ultimi 3 anni, secondo Oeno Group, agenzia inglese che consente ai privati di investire in vino, e la cui expertise “permette - stando ad una loro nota - di ottenere profitti imbattibili e di essere all’avanguardia in un mercato in rapida evoluzione”. E, d’altra parte, secondo il global report condotto nel 2021 da Barclays Wealth & Investment, oltre un quarto della popolazione con grandi capitali possiede una collezione di vino il cui valore equivale almeno al 2% dell’intero patrimonio.
Un segmento di investimento, quello enoico, in cui l’Italia è sempre più importante, come abbiamo raccontato spesso, e come testimoniano i dati dello stesso Liv-Ex, che ha visto il peso dei vini del Belpaese passare da appena l’1% di tutto il mercato secondario a quote odierne di 15-16%, in 10 anni. E anche per questo, Oeno Group che, come spiega il managing director Michael Doerr, ha, per obiettivo, quello “di aprire le porte di questo prezioso mondo a chiunque voglia investire nel mercato del fine wine”, visto che “non si rivolge solo ai wine lovers, ma anche ad un pubblico meno esperto di vini pregiati che desidera ampliare le proprie prospettive di guadagno, diversificando il rischio del proprio portfolio e coltivando le proprie passioni”, guarda sempre più al vino italiano.
“L’Italia continua ad affermarsi come uno dei mercati più forti a livello mondiale. Dopo la più che positiva performance registrata nel 2021, consumatori e collezionisti di tutto il mondo hanno iniziato a percepire maggiormente l’eccezionale valore del made in Italy - dichiara Ashley Ling, head of Europe Oeno Group - ed il nostro settore rappresenta da sempre una copertura efficace in condizioni di inflazione, questo spinge oggi più che mai gli investitori a migrare verso mercati alternativi come quello del fine wine”. Anche per questo Oeno Group (che ha sedi a Londra, Bordeaux, New York, Madrid, Monaco e in Toscana, nel cuore del Chianti Classico), ha deciso di rafforzare la propria presenza nel promettente mercato italiano, scegliendo Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano, come testimonial e brand ambassador: “l’esperienza di Gabriele Gorelli rappresenta - afferma Justin Knock, director of wine del gruppo britannico ed egli stesso Master of Wine - una grande risorsa per OenoGroup. L’Italia per noi è un Paese chiave sia per i suoi produttori che per i suoi collezionisti”. “Sono più che orgoglioso - commenta Gorelli - di essere brand ambassador e di rappresentare in Italia Oeno Group, società dinamica che porta nel mondo una nuova visione e un concetto di investimento appassionante, godibile e sicuro”.
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