No all’esclusione di prodotti come carni e vino dall’aiuto Ue alla promozione dei prodotti agricoli. È la posizione, messa nera su bianco e presentata in Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea dell’Agricoltura della Polonia, sostenuta da Italia, Austria, Belgio, Bulgaria, Ungheria, Irlanda, Lettonia, Lituania, Portogallo e Spagna, sulla proposta di riforma del regime di aiuti europei alle campagne di promozione dei prodotti agricoli. Nella discussione, il documento è stato avallato, anche se con accenti diversi, dai Ministri dell’Agricoltura di Cipro, Croazia, Finlandia, Grecia, Malta, Romania, Slovacchia e Slovenia. L’Olanda si è dichiarata contraria, perché gli aiuti alla promozione non dovrebbero essere pubblici, ma responsabilità del settore. Il processo di revisione dell’attuale regime è in corso, una proposta della Commissione è attesa prima dell’estate. L’Esecutivo Ue sta lavorando a diverse ipotesi. Tra queste, la possibilità di escludere dall’accesso ai fondi settori non “allineati” con le indicazioni del Green Deal, come carne e vino. Una opzione che, si legge nel documento Paesi che lo hanno firmato, “suscita ferma opposizione”.
E che piace all’Alleanza delle Cooperative italiane, che, però, si dicono preoccupate dal fatto che la possibilità di penalizzare alcuni settori non sia ancora del tutto tramontata. “La politica di promozione dei prodotti agroalimentari in Europa non può essere messa in discussione con modifiche come quelle prospettate che mirano ad escludere o a discriminare alcuni comparti. Lo hanno ribadito con forza 19 Paesi europei, tra cui l’Italia, sottoscrivendo una richiesta comune discussa a margine del Consiglio Agricolo riunitosi a Bruxelles. Una posizione sulla quale tuttavia il Commissario all’Agricoltura Ue Wojciechowski non si è espresso, mantenendo un atteggiamento alquanto ambiguo. Dal momento che l’opzione di penalizzare alcuni settori come vino e carni rosse non è stata ancora scartata, non ci resta che augurarci che la Commissione abbandoni presto l’ambiguità e si esprima con maggiore chiarezza sul dossier”, ha commentato il presidente di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri.
“Siamo ben lieti di apprendere - continua il Presidente Mercuri - che il Ministero italiano abbia sottoscritto il documento, accogliendo le sollecitazioni che non avevamo tardato a fargli arrivare alla vigilia del vertice attraverso una lettera nella quale avevamo sottolineato l’importanza strategica del dossier promozione, fondamentale per promuovere la competitività del food & wine italiano nel mondo”. Nella lettera inviata la scorsa settimana al ministro Patuanelli l’Alleanza cooperative, dopo aver ricordato come l’Italia sia il primo beneficiario della policy, avendo sempre ottenuto il maggior numero di progetti finanziati, aveva invitato il Ministero a sostenere con forza il mantenimento dello status quo, vincente, in tema di promozione. Tre le richieste sulle quali l’Italia è chiamata a vigilare, secondo il presidente Mercuri, anche in vista della prossima riforma del regolamento, quelle di “mantenere alto lo stanziamento finanziario per le azioni di promozione dei prodotti agroalimentari; evitare accuratamente ogni esclusione di alcuni comparti, dal vino alle carni rosse; continuare a dare centralità ai prodotti a Indicazione Geografica, per i quali deve essere previsto un budget congruo, vista la loro centralità nell’ambito della valorizzazione del comparto agroalimentare”.
Ma se questo è uno dei fronti aperti sul tema agricolo, dove i Paesi Ue non sono tutti allineati, ce ne è un altro che, invece, vede tutti d’accordo. Ovvero, la necessità di sviluppare una reciprocità normativa con in Paesi terzi. “L’Unione Europeae deve aumentare gli sforzi per affermare standard di sostenibilità a livello globale”, hanno chieste i Ministri dell’Agricoltura Ue nelle conclusioni sulla Commissione Codex Alimentarius, l’organismo per gli standard alimentari della Fao, di cui l’Ue fa parte. Secondo il documento approvato, le considerazioni sulla sostenibilità devono avere un ruolo più importante quando definiscono standard di sicurezza alimentare per il commercio internazionale. I Ministri Ue, in una discussione proposta dalla presidenza di turno francese, riporta l’Ansa, hanno anche sottolineato che a fronte dei requisiti di produzione più alti in termini di ambiente e clima per gli agricoltori Ue proposti nel quadro del Green Deal, l’Ue dovrebbe aumentare gli sforzi nel diffondere standard il più possibile simili nel Codex Alimentarius, nel Wto e negli accordi commerciali bilaterali.
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