Il vigneto urbano come nuovo modello di turismo smart e di sviluppo sostenibile per le città del futuro. Per promuoverlo, l’Urban Vineyards Association (U.V.A.), che ad oggi riunisce 11 vigneti di città situati in tutto il mondo - da Torino a Milano, da Venezia a Siena, da Catania a Palermo, da Parigi a Lione, da Avignone a New York - è volata negli Emirati Arabi per la più grande mostra espositiva mondiale dedicata alle vigne urbane, che rappresentano un’eccellenza anche italiana, all’Expo 2020 Dubai (28 febbraio-3 marzo).
Dopo l’ingresso del vigneto urbano di New York, il primo al di fuori dai confini europei, la presenza all’Expo di Dubai dell’Urban Vineyards Association, della quale fanno parte “Vigna della Regina” della Villa della Regina a Torino, la vigna “Clos Montmartre” di Parigi, il “Clos de Canuts” a Lione, i vigneti ritrovati della Laguna di Venezia, la vigna di Castel di Pugna “Senarum Vinea” di Siena, la “Vigna di Leonardo” della Casa degli Atellani a Milano, la “Vigna del Gallo” dell’Orto Botanico dell’Università di Palermo, i filari di San Francesco della Vigna a Venezia, il Clos del Palais des Papes di Avignone e la “Etna Urban Winery” di Catania, ha come obiettivo quello di affacciarsi a una delle vetrine più importanti in fatto di innovazione e sviluppo, per promuovere la vigna urbana come esempio di rigenerazione delle città sia sul piano del turismo sia su quello della qualità della vita per i cittadini. Un unicum in grado di rivoluzionare le aree urbane e di diventare il simbolo di un modello di vita più sostenibile. Quattro le principali direttrici del progetto: diffondere una delle più preziose eccellenze enogastronomiche come il vino; sostenere una pianta con un ruolo centrale nell’aridocultura (o dry farming); dare vita a spazi di aggregazione verdi che ospitino piccole comunità in totale rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali; sviluppare un asset turistico, dato dal mix fra sostenibile e smart, in piena linea con i trend di rinnovamento sociale e ambientale.
Tutte tematiche di estrema attualità che saranno il focus della conferenza in programma il 2 marzo al Padiglione Italia, nel “Piemonte Regional Day” (e in diretta streaming), e dove la presenza dell’Associazione punta ad allargare la platea di soci e investitori in tutto il mondo, attestando la forte impronta italiana in un contesto sempre più internazionale. “L’Italia è una terra di grandi vini e il Piemonte con le sue colline di Langhe Roero e Monferrato è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità - sottolinea Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte - per il nostro Paese il vino è cultura, storia, tradizione, ma anche futuro. Per questo siamo molto orgogliosi che proprio dall’Italia, dal Piemonte, sia partita l’intuizione che ha portato oggi a una grande sinergia internazionale per valorizzare un gioiello raro e prezioso come le vigne urbane. A Torino la “Vigna della Regina” è rinata all’interno di una delle antiche Residenze Reali, grazie al lavoro della famiglia Balbiano e del Ministero dei Beni Culturali e al supporto della Regione Piemonte con il progetto “Vendemmia a Torino - Grapes in town”. Ma in altre parti del mondo esistono esperienze analoghe, pur nella loro unicità, che raccontano di radici così forti da riuscire a svilupparsi perfino nel cuore urbano di una metropoli. Valorizzare questo patrimonio rappresenta un’una occasione straordinaria per tutti coloro che hanno la fortuna di esserne custodi, a cominciare da noi”.
“In un momento complesso a livello globale come quello che stiamo attraversando ormai da diversi anni è diventato fondamentale studiare nuovi approcci e promuovere modelli virtuosi per il nostro pianeta - spiega Luca Balbiano, fondatore e presidente dell’Urban Vineyards Association, e “custode” della “Vigna della Regina”. Il vigneto urbano non ha soltanto valore dal punto di vista vitivinicolo. È un patrimonio storico, culturale e sociale che va tutelato e accompagnato nella sua evoluzione. È un modello innovativo per le città di domani, un inno alla bellezza sostenibile, un’opportunità da cogliere per dare vita ad un turismo più consapevole, intelligente e rispettoso”.
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