Niente “Vinitaly Roadshow Russia” (che sarebbe andato in scena a Mosca il 3 marzo 2022), che è logicamente stato annullato, ma neanche la premiazione della “The World’s 50 Best Restaurants”, la classifica dei migliori ristoranti del mondo (che sarebbe dovuta andare in scena a Mosca, a luglio 2022), che è stata spostata in quel di Londra, come hanno scritto su Twitter gli organizzatori. Tra situazioni contingenti e decisioni anche simboliche (come lo spostamento della finale di Uefa Champions League da Mosca a Parigi, o l’esclusione della Russia dal seguitissimo Eurovision Song Contest, di scena a Torino a maggio 2022, ndr) gli effetti della guerra tra Russia ed Ucraina, in costante evoluzione, si fanno sentire anche sul calendario degli eventi legati al wine & food. Oltre che sui mercati di Russia, ma non solo. Come sottolineato da molti, e come ribadisce anche un’analisi dell’Unione Italiana Vini (Uiv).
“Ci troviamo costretti a dover rinunciare ad una piazza strategica per l’Italia, che è il primo Paese fornitore di vino in Russia - ha detto il segretario generale Uiv, Paolo Castelletti - proprio in una fase di forte risalita degli ordini. In attesa fare luce sulle ipotesi di fermo delle esportazioni, consigliamo alle imprese italiane di vino di effettuare consegne verso la Russia solo dopo aver conseguito adeguate garanzie sui pagamenti”. Che si stanno complicando proprio in queste ore, mentre dall’Unione Europea dovrebbe arrivare l’ok all’esclusione della Russia dal sistema internazionale dei pagamenti Swift, e mentre diversi Governi (tra cui quello italiano) consigliano ai propri cittadini su suolo russo di rientrare quanto prima in Italia, come fatto dal Ministero degli Esteri sul portale “Viaggiare Sicuri”, dove “si raccomanda fortemente ai connazionali presenti nel Paese a titolo temporaneo (turisti, studenti, persone in viaggio d’affari e simili) di organizzarsi tempestivamente per rientrare in Italia con i mezzi commerciali tuttora disponibili e di informarsi sui requisiti sanitari per il transito in Paesi esteri su questo sito e sui siti della rete diplomatico-consolare. In questo quadro, si raccomanda inoltre di posticipare tutti i viaggi verso la Federazione Russa”.
Secondo l’analisi Osservatorio Uiv-Vinitaly (su base Dogane), solo nel 2021 si sono registrati ordini dalla Russia per un valore di 375 milioni di dollari, in crescita dell’11% sull’anno precedente, a fronte di 1,155 miliardi di dollari di importazioni complessive di vino dall’estero. L’Italia, primo Paese fornitore con una quota di mercato del 30% davanti a Francia e Spagna, ha registrato nel 2021 un boom della domanda di spumanti (25%) ed un incremento del 2% per i fermi imbottigliati. Tra le denominazioni più richieste da Mosca, il Prosecco, il Lambrusco e l’Asti spumante, oltre ai vini Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti. Anche l’Ucraina, dove l’Italia è leader di mercato, nei primi 9 mesi 2021, ha registrato un import di vino italiano a +20% per i vini fermi e frizzanti in bottiglia, e +78% per gli spumanti. Il danno, dunque, ci sarà, e sarà diretto, anche per il vino. Senza contare i danni indiretti derivanti da crollo del rublo e dai prezzi energetici alle stelle.
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