02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)
OLTRE LA PANDEMIA

Covid e green pass, la road map fino a maggio, spiegata dall’avvocato Marco Giuri

“Manca ancora il testo definitivo. A marzo non cambia niente, aprile mese di limbo tra attività all’aperto e al chiuso, da maggio via il green pass”
COVID, GOVERNO, GREEN PASS, MARCO GIURI, PANDEMIA, RISTORAZIONE, Non Solo Vino
Green pass, addio a tappe, tra aprile e maggio, per accedere a bar e ristoranti

La certezza, come annunciato ieri dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, insieme al Ministo della Salute Roberto Speranza, è che al 31 marzo decadrà lo stato di emergenza legato alla Pandemia da Covid-19, si scioglierà il Cts e, sempre guardando a contagi e soprattutto ospedalizzazioni, si andrà verso una progressivo allentamento di tutte o quali le misure restrittive introdotte in questi mesi. Che porterà, soprattutto da maggio, novità sostanziali anche per il mondo della ristorazione e dei grandi eventi.
Il testo definitivo del decreto legge ancora non è in Gazzetta Ufficiale, ma la road map sembra abbastanza delineata. “Dalle bozze - spiega, a WineNews, l’avvocato Marco Giuri dello Studio Giuri di Firenze - si capisce che fino al 31 marzo la situazione è quella attuale. Mentre aprile sarà un mese di limbo, in cui ci possiamo trovare in tre situazioni: dove non è richiesto nessun tipo di green pass, come nei negozi o nelle sagre, e per la ristorazione degli hotel per gli ospiti degli alberghi, poi alcune categorie con green pass base, mentre il green pass rafforzato resta per congressi, convegni, ristorazione e bar al chiuso, sia ai tavoli e al bancone. Per tutto quello che avviene all’aperto ad aprile, quindi anche la ristorazione, non servirà alcun green pass”.
Ma proprio sulla proroga per altri 40 giorni del green pass per la ristorazione al chiuso si alza la protesta Fipe/Confcommercio: “l’eliminazione del green pass con la fine dello stato di emergenza non può escludere la ristorazione. Oltre il 40% dei turisti alloggia in strutture ricettive extra alberghiere e bar e ristoranti sono servizi essenziali del soggiorno. In più il controllo del certificato verde a carico degli esercenti per l’accesso ai pubblici esercizi era ed è una misura emergenziale e come tale deve essere superata nel momento in cui si conclude lo stato d’emergenza. Imporre questo impegno per altri 30 giorni ai gestori dei locali, in una stagione determinante per le attività turistiche quale è l’avvio della primavera e con la Pasqua alle porte, non ha più alcuna giustificazione. Ogni giorno l’obbligo impone di dedicare almeno una persona a questo compito a fronte di un numero minoritario di “no vax” che ha già deciso, a prescindere, di non vaccinarsi. In altri termini - sottolinea la Fipe/Confcommercio - un costo inutile in un periodo fortemente critico. Siamo stati in prima linea, da subito, nel sostenere, senza se e senza ma, la campagna vaccinale e le varie misure introdotte, Green Pass incluso, ma oggi resta la spiacevole sensazione che non si comprenda pienamente lo stato in cui versa il settore e la sua importanza come seconda voce di spesa dei turisti. Lo stop dal primo aprile al green pass per gli stranieri è un primissimo segnale, ma bisognava avere maggior coraggio dando un po’ di respiro alle nostre imprese, piegate da due anni di pandemia, da un aumento esorbitante dei costi dell’energia e delle materie prime alimentari e dall’assenza di flussi turistici. Bene ha fatto il Ministro Garavaglia, cui va il nostro ringraziamento, a rimarcare l’importanza della ristorazione e come a provvedimenti di restrizione debbano seguire compensazioni economiche. Servono provvedimenti urgenti e servono subito anche a costo di un ennesimo scostamento di bilancio”. Un nodo, comunque, che sarà sciolto quando il testo ufficiale sarà pubblicato.
In ogni caso, riprende l’avvocato Marco Giuri dello Studio Giuri di Firenze a WineNews, “da maggio sparisce completamente il Green Pass, se non per alcune cose che esulano dal nostro settore, come l’accesso ad Rsa e così via. Per il nostro settore, in aprile, servirà, dunque, il green pass rafforzato per le attività di enoturismo o convegnistica al chiuso, per esempio, mentre non servirà all’aperto, sempre sulla base delle bozze che stanno circolando”. E quindi, viene da dire, per grandi kermesse come Vinitaly o altri eventi in aprile, al chiuso, non cambia nulla rispetto ad ora, e servirà, comunque, il Green Pass rafforzato per accedere, come pure la mascherina. In ogni caso, conclude Marco Giuri, “la tendenza è liberalizzare al massimo. Si parla anche di stranieri che potrebbero accedere ai ristoranti anche senza green pass, in aprile, per incentivare il turismo, ma nelle bozze che circolano non c’è traccia di questo, e non credo che questa forma di differenziazione troverà spazio nel testo normativo, perchè creerebbe una grande discriminazione per i cittadini italiani”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli