Che nel 2021 il vino abbia recuperato quanto lasciato sul terreno nel 2020, e superato addirittura il 2019, lo dicono decine di report e di dati. Ma fanno impressione i numeri di Henkell Freixenet, la divisione spumanti, vini e liquori di Geschwister Oetker Beteiligungen KG, che ha chiuso lo scorso anno con un fatturato record superiore a 1,3 miliardi di euro, praticamente quasi un decimo dell’intero fatturato del vino italiano. Un dato comunicato dalla stesso gruppo secondo Iwsr è il n. 1 nel mercato degli spumanti, con marchi, tra gli altri, come Freixenet, leader del Cava, Mionetto, tra i big del Prosecco, ed Henkell, icona degli sparkling wines tedeschi.
“Nonostante le grandi sfide, l’anno commerciale passato è stato un grande successo. Guidati dai nostri marchi di punta distribuiti in tutto il mondo, siamo stati in grado di crescere in modo significativo praticamente in tutte le regioni. La nostra “House of Brands”, con la quale continuiamo a concentrarci su forti marchi globali e locali, è stata il motore della crescita a due cifre delle vendite. Freixenet ha venduto più di 100 milioni di bottiglie per la prima volta, mentre Mionetto è cresciuto di un impressionante 33% fino a 35 milioni di bottiglie. Anche Henkell è cresciuto a due cifre nel 2021, guidato dai mercati internazionali (+21 %, soprattutto in Austria e Australia). Secondo l’Iwsr, siamo leader di mercato per il Cava in 98 paesi, leader di mercato per il Prosecco in 34 paesi e leader di mercato degli spumanti in 29 paesi”, commenta Andreas Brokemper, Ceo di Henkell Freixenet, in occasione della pubblicazione dei dati annuali. In particolare, le vendite di spumante sono aumentate del +15,2 % a 843 milioni di euro. Questo ha portato ad aumenti di quote di mercato in Germania e Spagna, tra gli altri mercati. Le vendite globali nel segmento del vino sono cresciute del +1,4 % a 226 milioni di euro, mentre le vendite di alcolici sono aumentate del +5,6 % a 232 milioni di euro. Ovviamente, anche un colosso del beverage di queste dimensioni guarda alla prospettiva, del 2022, con le problematiche comune a tutti: gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina, l’aumento dei prezzi e la scarsità di materie prime, l’inflazione, la scarsità di alcuni prodotti dopo vendemmie non particolarmente abbondanti, e così via. “Il fattore decisivo sarà la padronanza dell’intera catena di approvvigionamento, dall’acquisto di uva, vino e prodotti confezionati fino alla consegna ai nostri clienti globali. Tutto sommato, l’anno 2022 ci presenterà sfide enormi”, commenta Brokemper, che aggiunge: “vediamo delle opportunità nella continua tendenza verso un consumo di qualità superiore. In particolare per marchi forti come Freixenet, Mionetto e Henkell a livello internazionale, così come Fürst von Metternich e Wodka Gorbatschow in Germania. I rischi risiedono nella mancanza di disponibilità di specialità, soprattutto Champagne Alfred Gratien e Gratien & Meyer Crémant. Infine, la pandemia da Coronavirus sarà ancora con noi nel 2022. Anche se ci sono segni che la pandemia si sta indebolendo, non è ancora possibile prevedere definitivamente se sarà così e cosa questo significhi per l’economia e il comportamento d’acquisto. Sullo sfondo delle attuali incertezze, una previsione affidabile per l’intero anno è difficilmente possibile”.
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