Sconosciuto a molti, almeno in Europa, sfruttato ancora da pochi, ma il “Craft Beverage Modernization & Reform Act”, entrato in vigore negli Stati Uniti, seppure in maniera provvisoria, nel 2018, è una riforma che ha portato ad un considerevole taglio delle accise federali per produttori di birra, vino e distillati, ma anche per gli importatori, attraverso un sistema di credito d’imposta a più livelli per il vino prodotto o importato negli Stati Uniti, che garantisce un credito di un dollaro a gallone per i primi 30.000 galloni di vino, 0,90 dollari per i successivi 100.000 galloni e e 0,535 dollari per i successivi 620.000 galloni. Pensato per rendere più competitivi i piccoli (produttori ed importatori), attraverso un taglio indirettamente proporzionale alle quantità, il “Craft Beverage Modernization and Reform Act” entrerà in vigore in via definitiva (rendendo così permanente lo sgravio fiscale), anche grazie alle pressioni fatte dal settore enoico Usa, dall’1 gennaio 2023. Il sistema non sarà gestito dalle dogane, ma dall’Alcohol and Tobacco Tax Bureau (TTB) degli Stati Uniti, cui dovranno fare riferimento sia i produttori che gli importatori: sono loro che, una volta sbrigata la burocrazia, possono garantirsi un risparmio di ben 36.000 dollari a container importato in Usa, che rappresenterebbero una boccata d’ossigeno anche per i produttori.
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