In Italia, nel 2021, abbiamo gettato nell’immondizia quasi 3,6 milioni di tonnellate di cibo, una media di 31 chilogrammi all’anno, per un conto economico che supera i 10 miliardi di euro. Un dato, fissato da “Waste Watcher International”, che racconta uno dei più grandi limiti alla sostenibilità del nostro modello produttivo. Su cui, però, si può intervenire, sia lavorando per imparare a fare meglio la spesa, sia cambiando regole che, spesso e volentieri, finiscono per farci gettare prodotti ancora buoni. È la strada che le grandi insegna della Gdo britannica hanno deciso di percorrere da un po’. Come i supermercati Waitrose, che rimuoveranno la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” con le date su circa 500 prodotti freschi.
A partire da settembre, il colosso del commercio toglierà le date da frutta e verdura imballata, per incoraggiare i consumatori ad utilizzare il proprio giudizio su quando il cibo non è più buono da mangiare. La mossa dovrebbe eliminare sprechi per milioni di confezioni, facendo sì che le persone non gettino via prodotti che sono ancora commestibili, spiega la catena. Anche la catena Marks & Spencer ha tagliato le date “best before” da oltre 300 prodotti di verdura e frutta, dopo un periodo di prova. Nel 2018, fu Tesco ad aprire la strada nei supermercati, togliendo le date da un centinaio di prodotti di cibo fresco.
Marija Rompani, direttrice Sostenibilità ed Etica alla John Lewis Partnerhsip, che controlla Waitrose, dice che le famiglie britanniche “buttano via 4,5 milioni di tonnellate di cibo commestibile ogni anno, il che significa che tutta l’energia e le risorse utilizzate per produrle sono andate sprecate. Usando tutto il cibo fresco che abbiamo nelle nostre case, possiamo risparmiare sulla spesa settimanale, che sta diventando una preoccupazione sempre più pressante per molti”. Le diciture “best before” sono concepite per indicare la qualità del cibo, piuttosto che la sicurezza nel consumarlo, spiega Waitrose. Invece, la dicitura “use by”, da consumarsi entro, sono indicate per la sicurezza e, se vengono ignorate, si può finire per intossicarsi.
Gli esperti del programma Waste & Resources Action Programme (Wrap) dicono che le date “best before” su frutta e verdura sono superflue e contribuiscono al cambiamento climatico. Per Catherine David, direttrice Collaborazione e Cambiamento di Wrap, “le date best before su frutta e verdura non sono necessarie e creano spreco alimentare, perché si mettono in mezzo quando il consumatore dovrebbe giudicare da solo quando frutta e verdura sono ancora buone da mangiare. Siamo molto felici di questa decisione di Waitrose - continua David - che aiuterà ad impedire che il cibo finisca nella pattumiera. Stimiamo che rimuovere le date dalla frutta e dalla verdura fresche potrebbe risparmiare l’equivalente di sette milioni di borse della spesa, una cosa enorme”.
Altri supermercati, in Gran Bretagna, hanno adottato misure per ridurre lo spreco alimentare, sotto la pressione crescente dei gruppi che si battono per la sostenibilità. Nello scorso gennaio, Morrisons ha annunciato piani per rimuovere le date “da consumarsi entro” dalle confezioni di latte, incoraggiando i consumatori ad usare il “test dell’olfatto” per determinare se sia ancora buono da consumare.
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