Nei primi cinque mesi 2022 le spedizioni di vino italiano all’estero non accennano a decelerare, superando la quota dei 3 miliardi di euro, in crescita del 14,2% sullo stesso periodo del 2021 e, dato ancora più interessante, del 21,3% sul 2019, ultimo anno prima della pandemia, come raccontano i dati Istat aggiornati a maggio 2022, analizzati da WineNews. L’incognita è rappresentata dall’inflazione, che in Italia, a maggio, aveva toccato il +6,9%, con il comparto vino che si trova ad affrontare non solo l’aumento dei costi energetici, ma anche la mancanza di materiali come bottiglie, tappi, etichette e cartoni. Da un lato, quindi, gli effetti diretti della guerra russa in Ucraina, e delle sue enormi conseguenze geopolitiche, dall’altro un’economia che sembra ancora scontare i rallentamenti, i ritardi e gli stop del gigante cinese, ancora alle prese con la lotta senza quartiere alla pandemia di Covid-19, da cui invece l’Occidente sembra essersi affrancato. Il dato più importante da sottolineare è senza dubbio quello della Gran Bretagna, partner storico del Belpaese, dove la ripresa è ormai ampiamente consolidata. Al contrario, ma senza alcuna sorpresa, non si arresta il declino di Russia e Cina.
Andando ad analizzare i singoli mercati, e partendo come da consuetudine dai più vicini, spicca subito il dato della Francia: 115,3 milioni di euro, il 44% in più dei primi cinque mesi 2021. Bene anche la Svizzera, a quota 175,5 milioni di euro, in crescita del 4,8%, così come l’Austria, che a maggio 2022 ha importato 51,2 milioni di euro di vino dall’Italia, il 26,7% in più dello stesso periodo del 2021. Dopo un periodo di sostanziale stagnazione, il vino italiano torna a crescere anche in Germania, dove il rallentamento della Gdo non sembra aver frenato le spedizioni complessive, arrivate a 471,7 milioni di euro, il 5,8% in più dei primi cinque mesi 2021. Sempre molto vivace il mercato del Belgio, che vale 90 milioni di euro, in crescita del 26% sul 2021. Molto bene anche i Paesi Bassi, arrivati a 94,5 milioni di euro di vino italiano importato nei primi 5 mesi del 2022, il +12,1% in più del 2021.
Come anticipato, il dato più confortante, perché segna il recupero di un partner storico, che viene da anni difficili ed incerti, tra Brexit e pandemia, è appunto quello della Gran Bretagna, che ne nei primi 5 mesi 2022 ha importato 294 milioni di euro di vino italiano, il 27,2% in più del 2021. Conferme arrivano anche dai Paesi del Nord Europa, a partire dalla Danimarca, con 70,7 milioni di euro di vino esportato (+14%), ma crescono anche la Norvegia, a quota 47,3 milioni di euro (+9%), e la Svezia, a 87,5 milioni di euro (+7,5%).
Arriva, atteso, il crollo della Russia, che chiude i primi 5 mesi 2022 con 32,7 milioni di euro di vino italiano importato (-30,9%). Non sono le sanzioni, che riguardano solamente le bottiglie che valgono più di 300 euro, a frenare il commercio con Mosca, ma le difficoltà economiche della Russia e l’opportunità politica, al netto, eventualmente, di triangolazioni con altri Paese. Male anche la Cina, con 48,4 milioni di euro (-10,3%): quello del Dragone è un mercato sempre più difficile, e lo sarà ancora di più nei prossimi mesi, con l’escalation a Taiwan e il rafforzamento dell’asse tra Pechino e Mosca.
Di segno opposto l’andamento degli Stati Uniti, che nei primi 5 mesi del 2022 hanno importato ben 769,5 milioni di euro di vino italiano, il 12,5% in più del 2021. Non si ferma neanche il Canada, che anzi cresce del 20,4%, a quota 170,5 milioni di euro. Infine, detto della Cina, anche gli altri mercati asiatici segnano una brusca frenata, con l’eccezione del Giappone, il Paese più vicino all’Occidente, in crescita del 17,3%, a 77,7 milioni di euro. Hong Kong perde il 10,2%, e si ferma a 11,4 milioni di euro di vino italiano importato, mentre la Corea del Sud, che sembrava destinata ad una crescita senza sosta, lascia sul terreno, nei primi 5 mesi del 2022, il 2,1%, fermandosi a 36,3 milioni di euro di vino italiano importato.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024