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VINO E CRISI

Aglianico ad Avellino, “serve una risposta sistemica per i 130 viticoltori rimasti senza commesse”

Stefano Di Marzo (Cia - Agricoltori Italiani): “per molti la viticoltura è il reddito prevalente. Ma le imprese non fanno scelte così a cuor leggero”
AGLIANICO, CIA AGRICOLTORI ITALIANI, IRPINIA, vino, Italia
La Cia-Agricoltori Italiani in prima linea per la “crisi Aglianico” in Irpinia

In Irpinia, terra storica di grandi vini, ai primi di agosto, 130 viticoltori conferitori di uva da Aglianico dell’areale di Paternopoli, Paternopoli, Montemarano e Castelfranci, in provincia di Avellino, si sono trovati improvvisamente con le commesse annullate da una grande azienda, ma non solo, rimanendo, ad oggi, con 25.000 quintali di uve da raccogliere (la vendemmia della varietà nel territorio non inizierà prima di un mese, ndr) ma senza mercato, e quindi senza reddito che, in molti casi, è il reddito prevalente.
Una vicenda che, come abbiamo già riportato ieri, dice di come anche nel mondo del vino esistano criticità che non sono semplici da affrontare. E che richiedono soluzioni sistemiche, come ha spiegato, a WineNews, Stefano Di Marzo, alla guida della Cia - Agricoltori Italiani di Avellino, dopo la conferenza stampa di oggi, dove è stato sollevato il problema.
“Abbiamo chiesto l’attenzione del Prefetto, che, con la sua terzietà, può costituire un tavolo di crisi e invitare a sedersi le aziende più importanti del territorio, e anche le cooperative, non solo irpine. L’urgenza è garantire a questi viticoltori, a queste famiglie, per cui la coltivazione delle uve è la fonte di reddito prevalente, che l’Aglianico sia venduto ed a prezzi in linea almeno con quelli del 2021, ovvero sui 100 euro a quintale. Anche per non far crollare le quotazioni delle uve. Ma poi serve una risposta di sistema”.
Perchè, spiega Di Marzo, “non si può gettare la croce addosso all’impresa, o alle imprese, che hanno disdetto le commesse. Se un imprenditore fa una scelta del genere, non lo fa a cuor leggero, ci sono dei motivi, delle difficoltà che vanno comprese.
Ma bene hanno fatto i viticoltori, che noi rappresentiamo, a fare fronte comune e sollevare il problema. Nel nostro territorio, in generale, i vini bianchi, come Fiano e Falanghina, hanno mercato, mentre i rossi, come Aglianico e Taurasi, soffrono. Per questo andremo avanti chiedendo anche l’intervento delle politica e della Regione Campania, perchè supporti la filiera con una campagna di comunicazione istituzionale anche all’estero, per stimolare consumatori e mercato. Ci aspettiamo risposte dal Prefetto, che si è detto disponibile, già nei prossimi giorni. Ma serve una visione di insieme, e anche per questo coinvolgeremo anche le altre rappresentanze degli viticoltori”.

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