La siccità e il caldo sono stati il leitmotiv di questi ultimi mesi tra i filari di tutta Europa. Dove, via via che la vendemmia si avvicina, con le piogge cadute ad agosto, la paura ha lasciato posto piano piano ad un certo ottimismo. Sarà, dappertutto, una raccolta quantitativamente minore, ma in grado di garantire uve di grande qualità e sanità. Con un’eccezione, importante e positiva: la Francia. Dove, stando alle ultime stime dei Services de la Statistique et de la Prospective, la produzione 2022 dovrebbe attestarsi a 44 milioni di ettolitri, un livello superiore del 16% alla vendemmia 2021, quando le gelate primaverili portarono ad un tracollo della produzione, che si fermò a 37,8 milioni di ettolitri, ed il 3% in più della media 2017-2021.
Le gelate di primavera, questa colta, non hanno creato troppi problemi, specie in Champagne, dove, al contrario, le piogge di giugno lasciano prevedere dalla vendemmia 2022, già nel vivo da qualche settimana, una produzione totale di 3,1 milioni di ettolitri, il 33% in più della media degli ultimi cinque anni. Nel Jura, come riporta “Vitisphere”, le stime sono ancora migliori: +227% sul 2021, quando le gelate furono devastanti, e +56% sul periodo 2017-2021, a quota 110.000 ettolitri. Nel Sud-Est della Francia, dove la vendemmia è iniziata con 10-15 giorni di anticipo, le piogge di agosto si sono rivelate una manna dal cielo, e la produzione dovrebbe attestarsi sui 5,65 milioni di ettolitri, il 18% in più della vendemmia 2021. In Corsica, il livello produttivo sarà del 5-6% superiore alla media degli ultimi cinque anni, ed anche i vigneron di Borgogna si apprestano a fare il pieno, mentre nel Beaujolais le aspettative di primavera sono state frustrate dalla lunga siccità estiva, che ha ridotto la crescita produttiva al 5% in più della media 2017-2021, con 2,32 milioni di ettolitri di vino prodotti.
Ci sono però anche territori in cui la produzione sarà inferiore alla media del periodo 2017-2021, come l’Alsazia, dove le piogge di agosto non sono state sufficienti a restituire una vendemmia quantitativamente importante, che sarà comunque dell’11% superiore a quella del 2021, ma anche dell’11% inferiore alla media, così come in Savoia. Nella Valle della Loira, le gelate di aprile e la grandine di giugno si sono fatte sentire, portando ad una produzione inferiore alle attese: 2,46 milioni di ettolitri, il 35% in più del 2021, ma solo l’1% in più della media quinquennale. In Languedoc et Roussillon, la siccità ha ridotto il peso degli acini, ed a poco sono servite le piogge, cadute tardivamente ad agosto: le amministrazioni locali prevedono una produzione di 12 milioni di ettolitri, in crescita del 25% rispetto al 2021 e del 5% rispetto alla media.
A Bordeaux, dove le gelate di aprile hanno coinvolto 10.000 ettari, la siccità ha ridotto la dimensione degli acini, e la vendemmia è cominciata per i bianchi già a metà agosto, la produzione sarà superiore del 12% al 2021, ma inferiore del 2% alla media quinquennale. Le uniche due regioni in cui la produzione 2022 sarà inferiore sia al 2021 che alla media quinquennale sono Charentes e Sud-Ovest. Nel Cognac più della siccità ha potuto la grandine di giugno, che ha comporterà un calo dell’8% della produzione sullo scorso anno e del 2% sulla media quinquennale, mentre per l’Armagnac si prevede un calo del 3% rispetto al 2021 e dell’8% sulla media 2017-2021.
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